A giugno, secondo i dati definitivi dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettivita’, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,7% su base annua (era +0,8% a maggio); la stima preliminare era +0,8%.
La lieve decelerazione dell’inflazione e’ dovuta principalmente all’inversione di tendenza dei Beni energetici non regolamentati (che passano da +2,4% a -0,6%) e all’ampliarsi della flessione di quella dei Beni durevoli (da -1,2% a -1,9%). Questi andamenti sono stati in parte mitigati dalla crescita dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,0% a +1,3%) e dall’attenuazione della flessione di quelli dei Servizi relativi alle comunicazioni (da -7,2% a -5,9%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici rimangono entrambe stabili, rispettivamente a +0,4% e a +0,5%.
Il lieve aumento congiunturale dell’indice generale e’ dovuto per lo piu’ alla crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,1%), su cui incidono fattori stagionali, e che prevale sul calo dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-1,1%), dei Beni durevoli (-0,8%) e dei Beni energetici non regolamentati (-0,7%). L’inflazione decelera per i beni (da +0,8% a +0,5%) e accelera per i servizi (da +0,8% a +1,0%); pertanto rispetto a maggio il differenziale inflazionistico e’ positivo e pari a +0,5 (era zero nel mese precedente). L’inflazione acquisita per il 2019 e’ +0,7% per l’indice generale e +0,5% per la componente di fondo.