Per la gestione dei rischi costieri, è necessaria una maggiore sinergia pubblico-privato. Se n’è parlato nei giorni scorsi nel corso di una giornata di studio organizzata dall’Ordine regionale dei Geologi e dall’Ordine degli Ingegneri di Ragusa, nell’ambito del progetto News (Nearshore hazard monitoring and Early Warning System).
Obiettivo dell’incontro: fare il punto sul lavoro svolto nel campo della valutazione dei rischi costieri e della loro corretta gestione. Le coste siciliane e le isole dell’arcipelago maltese sono soggette a fenomeni erosivi localizzati, crolli dalle falesie e inondazioni, dovute a fattori sia naturali che antropici. Il Progetto NEWS “Nearshore hazard monitoring and Early Warning System”, finanziato nell’ambito del Programma INTERREG V-A “Italia-Malta”, intende sviluppare un sistema integrato di monitoraggio e di allerta precoce dei rischi provenienti dal mare, con l’obiettivo di segnalare alla popolazione con adeguato anticipo la possibilità di inondazioni, erosioni di litorali sabbiosi e crollo di falesie e di attivare misure di salvaguardia per evitare danni alle persone.
La giornata di studio, introdotta da Francesco Castelli dell’Università degli Studi di Enna "Kore", ha visto gli interventi di Calogero Foti, dirigente generale del Dipartimento Regionale di Protezione Civile; Luca Cavallaro, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Catania; Ignazio Mariano Pagano, ingegnere capo dell’Ufficio del Genio Civile di Ragusa; Sebastiano D’Amico, ricercatore del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Malta, e Giuseppe Alessandro geologo, responsabile della difesa del suolo per il Libero Consorzio Comunale di Ragusa. Dagli interventi dei relatori, al di là degli aspetti tecnici, è emersa la necessità – largamente condivisa – di informare, coinvolgere e interagire maggiormente con i privati, per mettere in campo azioni sinergiche a difesa dai rischi costieri, diversamente da quanto è stato fatto in passato.
Ai lavori ha partecipato Corrado Monaca responsabile dei laboratori tecnologici e di ricerca Betontest, che ha rilasciato la seguente dichiarazione: «in provincia di Ragusa, già da anni il fenomeno dell’erosione è stato oggetto di ricerca e studio tra le istituzioni locali, regionali e nazionali, per intercettare ipotesi di fattibilità utilizzando i dati globali del pianeta terra che ci consento di prevenire gli scenari futuri a livello locale ed abbandonare invece la statistica degli eventi verificatosi fino ad oggi; come sostenuto da Calogero Foti e da Ignazio Mariano Pagano. Anche in merito alla sinergia tra le professioni tecniche ed i privati esistono già nel sud-est della Sicilia, progetti sperimentali in avanzata fase che possono essere realizzati grazie all’apporto di risorse private, come evidenziato da Castelli, Cavallaro e D’Amico».