I dipendenti di Confcommercio a Ragusa sono senza stipendio da 7 mesi, la Uiltucs: "Lavoratori meritano rispetto, pronti al confronto ma la situazione è inaccettabile". Continua ad oltranza lo sciopero dei sette dipendenti che continuano a reclamare le retribuzioni che vanno da dicembre 2018 allo scorso mese di giugno, quando hanno deciso di iniziare una dura protesta.
La Uiltucs Sicilia, guidata da Marianna Flauto segretario generale, unitamente ad Angelo Gulizia responsabile della Uiltucs di Ragusa, si schiera con i lavoratori e denuncia l’assoluto silenzio della struttura di fronte al dramma di tante famiglie. I dipendenti rivendicano anche gli importi residui pari al 75% delle conciliazioni sottoscritte in sede sindacale in data 24 febbraio 2018 . A nulla è servito l’incontro col presidente Sangalli dello scorso 8 luglio. “Da oltre un anno – dicono i lavoratori – attendiamo che si concretizzino le iniziative intraprese dal presidente Manenti, quali l’unione dei servizi a oggi non avviata, o la richiesta di prestito bancario, i cui esiti sono ignoti.
Abbiamo avanzato negli anni varie proposte dirette al rilancio delle attività rimaste tuttavia inascoltate. Noi lavoratori siamo stati destinatari di innumerevoli ordini di sevizio, di risibili richiami disciplinari il cui effetto concreto è stato quello di creare un clima insostenibile all’interno dell’associazione che mai in passato, pur con le descritte difficoltà, si era registrato. Negli ultimi anni abbiamo dovuto adottare delle scelte con l’unica finalità di tutelare le sorti dell’ente cui siamo legati da un rapporto ultraventennale. Nel 2010 abbiamo accettato la collocazione in part-time, nel 2013/2014 la cassa integrazione in deroga. Ma a fronte dei sacrifici fatti la situazione aziendale non è mai realmente migliorata”.
La Uiltucs quindi ricorda che "i tentativi di ricercare soluzioni con i dirigenti sono stati vani, i lavoratori chiedono il sacrosanto diritto di ricevere le retribuzioni maturate e di riscuotere il credito derivante dalla’accordo conciliativo anche quello disatteso. Noi non ci siamo mai sottratti al confronto ma pretendere di continuare ad accettare questa situazione ci sembra un po’ troppo. I lavoratori meritano più rispetto".