Lo squalo è sempre stato l’incudo estivo dei bagnanti. Nel mare Mediterraneo esistono sette specie di squali e alcune ritenute potenzialmente pericolose per l’uomo, vediamo quali.
Gli squali noti per essere formidabili predatori, non sono comunque “mangiatori di uomini”, come alcune pellicole cinematografiche ci hanno fatto credere negli anni. In Italia ad esempio, l’ultimo attacco mortale è stato registrato nel 1989 nel Golfo di Baratti a Piombino, quando Luciano Costanzo, dipendente del porto, fu ucciso e divorato da uno squalo bianco mentre effettuava riparazioni subacquee su un cavo. Lo squalo bianco è il predatore per eccellenza e la specie più temuta in assoluto, non solo perché ad essa vengono attribuiti circa il 30 percento degli attacchi totali, ma anche a causa della pessima (e ingiustificata) reputazione affibbiatagli dal film di Steven Spielberg del 1975 "Lo squalo".
Lungo fino a nove metri, questo animale attacca principalmente surfisti che scambia per le proprie prede naturali, ovvero tartarughe marine e foche. Sembra tuttavia che l’uomo non sia di suo particolare gradimento, dato che dopo il primo morso di “assaggio” spesso non torna per divorare la vittima, probabilmente a causa della nostra carne poco ricca di grassi. Lo squalo bianco è presente principalmente in Sudafrica, Australia e coste occidentali del Pacifico,ma anche nel Mar Mediterraneo, dove è stato protagonista di alcuni attacchi mortali come quello al suddetto sfortunato subacqueo toscano. In Italia viene avvistato soprattutto a largo della Sicilia, dove i biologi marini ritengono vi sia un sito di riproduzione. Tra le altre specie di squali nel Mar Mediterraneo c’è la verdesca e lo squalo Mako.
La verdesca, conosciuta anche col nome di squalo azzurro, è la specie di squalo che si incontra più facilmente nel Mar Mediterraneo. Le dimensioni medie degli esemplari adulti si aggirano sui due metri, tuttavia quelli più grandi possono superare i 3,5 metri. Si tratta di un pesce pelagico, ovvero che nuota in mare aperto, e poiché in queste acque la disponibilità di cibo non è sempre abbondante, spesso viene attratto dagli intrusi, come i subacquei. La specie, assieme allo squalo longimano, è famosa soprattutto per gli attacchi ai sopravvissuti di disastri aerei e naufragi.
Lo squalo mako è una specie che vive principalmente nelle acque tropicali e subtropicali, tuttavia è presente anche nei mari temperati e dunque nel Mar Mediterraneo, sebbene sia piuttosto raro avvistarlo. Lungo fino a quattro metri, questo predatore è noto per i grandi salti di cui è capace e per la dentatura impressionante, molto più “spaventosa” di quella dello squalo bianco. A causa di questa caratteristica, nelle locandine del film “Lo squalo” i denti del carcarodonte erano sostituiti proprio da quelli minacciosi del mako. Oltre che per i sub e i bagnanti a causa dell’indole aggressiva e imprevedibile, questa specie, della quale ne fu pescato e liberato un esemplare ad Ostia nel 2014, può essere pericolosa anche per i pescatori: con i suoi grandi balzi – fino a sei metri di altezza – può infatti saltare sulle barche una volta preso all’amo.
Negli anni sono stati diversi gli avvistamenti di squali lungo la costa della Sicilia ed in ultimo quello di uno squalo Mako nella costa di Siracusa, mentre uno squalo verdesca è stato trovato morto nella spiaggia di Scoglitti.