Il Comune di Ragusa estende proroga smaltimento rifiuti non biodegradabili. Beneficiarie tutte le attività commerciali, artigianali e di somministrazione di alimenti e bevande.
Si sia trattato di una marcia indietro dell’amministrazione comunale, si sia trattato veramente di un puro errore materiale, fatto sta che il Comune ha corretto il tiro sulla proroga di ulteriori 30 giorni del termine per lo smaltimento di materiale non biodegradabile estendendola a tutte le attività commerciali, artigianali e di somministrazione di alimenti e bevande. Ecco infatti quanto si afferma in una nota stampa di Palazzo dell’Aquila “La nuova ordinanza sindacale n. 712 del 30 agosto scorso di proroga di ulteriore 30 giorni del termine previsto dalla precedente ordinanza n.460 del 24/05/2019 con la quale al punto n. 4 della stessa, si consentiva dal 1° giugno 2019 e per i successivi 90 giorni l’utilizzo delle eventuali scorte di materiale non biodegradabile giacente nei propri magazzini alla data dell’entrata in vigore della stessa ordinanza sopraindicato, è rivolta a tutte le attività commerciali, artigianali e di somministrazione di alimenti e bevande.
Erroneamente nel comunicato stampa n. 697 del 31 agosto scorso è stato scritto che il provvedimento era rivolto ai titolari di concessioni demaniali marittime, soggetti di cui si faceva riferimento nella premessa dell’ordinanza n. 460 del 24 maggio scorso in cui veniva citava una circolare dell’assessorato regionale territorio ed ambiente”. Messa dunque a posto la questione che aveva provocato le proteste del consigliere pentastellato Sergio Firrincieli che aveva affermato, a proposito della nuova ordinanza, “non si rischia di creare, per come è stata concepita, fenomeni di concorrenza sleale?” Il consigliere grillino aveva anche ricordato che “era il 28 maggio scorso quando, in Consiglio comunale, ho chiesto al sindaco di prorogare i termini di applicazione dell’ordinanza “Plastic free”.
Ebbene, a distanza di tre mesi quella proroga è arrivata soltanto, però, per i titolari di concessioni demaniali che avranno trenta giorni in più per smaltire le loro scorte. E gli altri esercizi presenti sul lungomare di Marina cosa faranno? Subiranno una concorrenza sleale? Così come tutti gli esercizi presenti sul territorio comunale? Non dimentichiamo che i prodotti bio hanno un costo. E poi la proroga parla solo delle concessioni demaniali mentre l’ordinanza 460, quella originaria, parla di tutte le attività. Perché questa disparità? Riteniamo che il sindaco debba spiegare bene che cosa succederà. Oppure i documenti in nostro possesso non chiariscono bene questo aspetto?”. Dunque sembrerebbe che, alla luce dei correttivi apportati dall’amministrazione cittadina, tutte queste obiezioni dovrebbero cadere. (da.di.)