Il clichè è quello a cui ormai i 5 stelle ci hanno abituato, secondo la terza legge della dinamica: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
E così l’amministrazione comunale emette un’ordinanza di proroga di 30 giorni per “tutti i soggetti di concessioni demaniali marittime per l’utilizzo delle eventuali scorte di materiale non biodegradabile destinato alla somministrazione di cibi e bevande” e subito si registra l’intervento critico del consigliere comunale grillino Sergio Firrincieli. Che afferma “era il 28 maggio scorso quando, in Consiglio comunale, ho chiesto al sindaco di prorogare i termini di applicazione dell’ordinanza “Plastic free”. Ebbene, a distanza di tre mesi quella proroga è arrivata soltanto, però, per i titolari di concessioni demaniali che avranno trenta giorni in più per smaltire le loro scorte.
E gli altri esercizi presenti sul lungomare di Marina cosa faranno? Subiranno una concorrenza sleale? Così come tutti gli esercizi presenti sul territorio comunale? Non dimentichiamo che i prodotti bio hanno un costo. E poi la proroga parla solo delle concessioni demaniali mentre l’ordinanza 460, quella originaria, parla di tutte le attività. Perché questa disparità? Riteniamo che il sindaco debba spiegare bene che cosa succederà. Oppure i documenti in nostro possesso non chiariscono bene questo aspetto?”. Firrincieli poi mette in rilievo “il consueto atteggiamento contrassegnato da spocchia e supponenza da parte dell’attuale Giunta municipale.
Il tutto per arrivare oggi a prorogare quando la richiesta specifica era stata inoltrata mesi fa. Non capiamo perché il sindaco non ascolta, perché non recepisce i suggerimenti di valore che possono arrivare dall’opposizione. La proroga è arrivata ma non voleva darla. Il sindaco riteneva già di essere stato largo dato che, parole sue, in alcuni comuni che hanno adottato lo stesso sistema erano stati concessi sessanta giorni per adeguarsi. Nel caso in specie, poi, la richiesta era proveniente dal sottoscritto che, per quanto riguarda il piano lavorativo, arriva e vive da vicino il mondo produttivo e che, quindi, conosce le vicissitudini delle aziende.
Insomma, se parlo di una determinata circostanza è perché ho piena cognizione di causa. Chi cerca di volare alto, come in questo caso il sindaco, che non ha dato alcuna risposta alla nostra richiesta salvo poi esaudirla, almeno in parte, senza fare riferimento alle sollecitazioni del sottoscritto (ma questo mi può interessare sino a un certo punto), rischia di non comprendere che cosa significa combattere quotidianamente per fare crescere la propria attività”. Infine, Sergio Firrincieli conclude “ribadisco la necessità di arrivare a 180 giorni poiché ritengo che si stiano sottovalutando un’altra serie di aspetti.
Ritengo che il sindaco non stia riuscendo a comprendere una rivoluzione di tale portata, cioè quella prevista dall’ordinanza “Plastic free”, che, naturalmente, non può essere attuata dall’oggi al domani. Una rivoluzione sacrosanta, sia chiaro, ma rispetto a cui è necessario garantire i tempi di attuazione più opportuni per consentire alla stessa di esplicare al meglio i propri effetti ed evitare che le sanzioni penalizzino le imprese già costrette a fare i conti con disagi non da poco”. (da.di.)