La vicenda di via Padre Tumino, arteria che, alla periferia di Ragusa, collega via Aldo Moro con la strada provinciale 24 per Chiaramonte, è stata uno dei must politico-amministrativi più dibattuti questa estate.
Dalla chiusura al traffico già a luglio, con conseguenti proteste del capogruppo Pd Mario Chiavola, e del gruppo consiliare 5 stelle al fatto che l’arteria sia diventata una discarica a cielo aperto come denunciato appena pochi giorni fa dal consigliere di Ragusa Prossima Gianni Iurato, insomma la strada ha fatto molto parlare di sé. Su di essa intervengono ora i consiglieri del Movimento Cinque Stelle Antonio Tringali e Sergio Firrincieli che tornano a chiedere la riapertura ed invitano “il sindaco a rivedere una decisione avventata. Anche perché questa chiusura potrebbe pregiudicare la viabilità durante il periodo scolastico che prenderà il via la settimana prossima.
D’altronde, per quello che ci risulta, sono pochissimi gli aggiustamenti che si richiedono per renderla così come i cittadini auspicano possa diventare, cioè un poco più sicura. Non capiamo perché il sindaco si ostini a non trovare le risorse economiche per garantire la sistemazione viaria in questione. Eppure sappiamo che il Comune di Ragusa è solido dal punto di vista economico, in possesso dei fondi necessari e, quindi, non dovrebbe essere difficile trovare una somma minima per un investimento del genere. L’estrema ratio è stata quella di chiudere la strada”. Ma quello che più emerge, dalla nota dei due consiglieri pentastellati è una sorta di ‘sfiducia’ verso il primo cittadino Peppe Cassì, tanto da far loro dichiarare “ci rivolgiamo al vice sindaco, probabilmente persona più attenta a questo tipo di problematiche perché abbiamo verificato che l’attuale primo cittadino sembra essere un poco troppo lontano dalla realtà e ci stupisce con decisioni che, a volte, riteniamo incomprensibili.
Tra l’altro, come abbiamo appurato, il problema principale è che, adesso, più che in passato, quella strada si è trasformata in una discarica di rifiuti a cielo aperto perché, approfittando anche del fatto che è chiusa, lì si va a scaricare rifiuti con maggiore intensità rispetto a prima. Quindi, è opportuno trovare una soluzione che possa contemperare le esigenze di tutti”. Infine, quanto alla mancanza di sicurezza che avrebbe avuto come conseguenza la chiusura, Antonio Tringali e Sergio Firrincieli aggiungono “ma secondo l’attuale primo cittadino i sindaci che si sono avvicendati in cinquant’anni di esistenza di questa arteria stradale che cosa avevano in testa?
Erano meno obiettivi e lungimiranti di quanto sia l’attuale primo cittadino? Che ci risulti, non è si è mai verificato, da quelle parti, un incidente stradale di portata importante. E speriamo naturalmente che non si verifichi mai. Quindi, non è comprensibile perché è stato ritenuto opportuno chiudere al traffico veicolare un’arteria stradale che snellisce il traffico in quella zona della città, oggi ancora di più rispetto al passato”. (da.di.)