In provincia di Ragusa mancano belle notizie riguardo ai ragazzi disabili e la scuola, come mai? A chiederselo è l’Anffas Onlus Modica che evidenzia come sempre più spesso i mezzi di informazione, ci propongono un’immagine delle persone con disabilità diversa rispetto al passato: i ragazzi che hanno successo negli studi, riuscendo persino a conseguire una laurea, non sono più un caso isolato.
Il presidente Provvidenza, propone una riflessione: perché nel nostro territorio tutto ciò sembra irrealizzabile? Perché se i nostri studenti con disabilità, nella quasi totalità dei casi, concludono il loro percorso formativo con un semplice attestato di frequenza (e non con un diploma) significa che, di strada, dobbiamo ancora percorrerne tanta. Dipende forse da una mancanza di informazioni delle famiglie? Dal fatto che la scuola, spesso, non padroneggia ancora i vari strumenti a disposizione (pensiamo al PEI e alle criticità che talvolta abbiamo riscontrato o ai vari strumenti didattici compensativi)? Da una mancanza di comunicazione tra i diversi livelli di istruzione (ad esempio nel passaggio dalle scuole medie alle scuole superiori)? Del resto, è anche ovvio che certe (positive) notizie colpiscano più di altre se pensiamo che, quando si parla di scuola e disabilità, veniamo a sapere più o meno questo: presidi che invitano i familiari a tenere i figli a casa per mancanza di trasporto e assistenza, ragazzi esclusi dalle prove invalsi, sostegno nel caos.
Contingenze quotidiane che, al di là dei contenuti educativi, rendono la sola presenza in classe dell’alunno con disabilità un successo. Che il sistema abbia bisogno di correttivi lo dimostra anche lo schema di decreto legislativo licenziato dal Consiglio dei Ministri il 20 Maggio, che intende migliorare l’impianto del decreto n.66 del 2017, dedicato proprio all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. L’intento è quello di mettere al centro lo studente e le sue necessità: le ore di sostegno verranno concordate anche con i familiari (prima esclusi da questo processo), il PEI incluso nel progetto individualizzato previsto dalla legge 328/00, metodologie di studio non standardizzate per patologia. Siamo consapevoli che non sarà certo uno strumento legislativo, ultimo di una lunga serie, a cambiare lo stato dell’inclusione scolastica, ma ci auspichiamo che, con il giusto coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti e degli strumenti esistenti, si riesca a trovare per ogni alunno disabile il giusto percorso, atto a garantirgli il massimo apprendimento possibile.