“Quante cambiali elettorali dovranno continuare a pagare i cittadini ragusani per il successo ottenuto da Cassì alle amministrative nel giugno 2018?”. Attacco piuttosto pesante, stavolta, dei consiglieri 5 stelle nei confronti del sindaco di Ragusa Cassì.
A proposito del quale arrivano ad affermare “come ai tempi della prima repubblica Cassi’ continua a pagare cambiali elettorali”. La questione è la seguente, come comunicato dalla stessa amministrazione comunale “acquisire in regime di locazione il complesso immobiliare di via Giacomo Matteotti di proprietà dell’Opera Pia Collegio di Maria Addolorata Felicia Schininà per realizzare un polo di aggregazione, funzionale alla rivitalizzazione del centro storico”. L’amministrazione in proposito ha dato mandato ai suoi uffici competenti di predisporre gli atti necessari per la partecipazione alla procedura ad evidenza pubblica dell’Opera Pia Collegio di Maria Addolorata Felicia Schininà effettuando un’offerta in conformità alla perizia di stima dell’Ufficio tecnico comunale.
Da parte sua l’Opera Pia aveva pubblicato sul proprio sito istituzionale un avviso di procedura per la locazione dell’immobile di via Matteotti della superficie netta di circa 600 mq oltre alla superficie del portico di 220 mq ed alla superficie centrale di mq 400. La durata contrattuale prevista è di nove anni ed il canone minimo annuo di versare è stato fissato in € 27.000,00. L’intenzione della Giunta Cassì di partecipare alla procedura pubblica nasce perché “tale spazio si presta a ricevere numerosi utenti/visitatori ed ad essere destinato ad una pluralità di attività aggregative come la creazione di coworking, l’attivazione di servizi a supporto dell’imprenditoria giovanile, l’organizzazione di eventi culturali e di attività convegnistica”. Ed ecco le obiezione del gruppo consiliare 5 stelle (Zaara Federico, Sergio Firrincieli, Antonio Tringali, Giovanni Gurrieri e Alessandro Antoci) “sembrerebbe che nella nostra città manchino palazzi ed edifici per creare i centri commerciali naturali. Però, non è così.
E il sindaco cosa fa? Decide di affittare un immobile per nove anni che, per di più, intende ristrutturare, quindi impegnando ulteriori risorse della comunità. E il tutto quando, ad appena due passi, insiste un edificio di proprietà, quello dell’ex biblioteca, che potrebbe essere senz’altro adattato allo scopo, senza quindi che l’ente di palazzo dell’Aquila spenda soldi per le locazioni. E per di più, il progetto della casa delle associazioni, previsto al Carmine, ormai quasi completo, è stato inspiegabilmente interrotto”. Ma il gruppo consiliare 5 stelle si spinge ancora più avanti e attacca “la domanda, perciò, sorge spontanea: quante cambiali elettorali dovranno continuare a pagare i cittadini ragusani per il successo ottenuto da Cassì alle amministrative nel giugno 2018?”
E ipotizza “un immobile che, come ha dichiarato tra l’altro il sindaco, ma che come sanno tutti, è di proprietà dell’opera pia collegio di Maria Addolorata Felicia Schininà. Ora l’opera pia in questione è presieduta da uno dei principali sponsor politici di Cassì alle scorse elezioni amministrative. Quindi? Tutto chiaro. Volete che non si pensi che questa operazione, soprattutto alla luce del fatto che proprio in zona insistono altri edifici, per di più di proprietà comunale, che si sarebbero potuti adattare alla bisogna, non sia stata fatta per ringraziare lo sponsor in questione del sostegno ricevuto da Cassì per le elezioni?”.
Quindi i consiglieri grillini arrivano alle conclusioni “per carità, legittimo che il sindaco si sdebiti. Ma non lo faccia con i soldi del Comune e, soprattutto, non lo faccia impegnando la collettività ragusana a sostenere ulteriori spese e risorse economiche che potrebbero essere evitate. Alla faccia della novità e del cambiamento. Qui si opera come ai più beceri tempi della Prima Repubblica quando occorreva disobbligarsi in qualche modo per i favori ricevuti. Riteniamo che Cassì debba recedere da questa procedura e trovare altre soluzioni che non lascino adombrare qualsivoglia sospetto. In ogni caso, i ragusani hanno già capito”. (da.di.)