Malattie delle valvole cardiache: non è solo l’età che avanza. Cuore Italia, nell’ambito dell’organizzazione internazionale del Global Heart Hub, promuove la Settimana Europea sulle Malattie delle Valvole Cardiache – dal 16 al 22 settembre – per aumentare la conoscenza e la consapevolezza di queste malattie.
Le malattie delle valvole cardiache riguardano oltre 1 milione di italiani, in particolar modo la fascia di popolazione con più di 65 anni di età. Le malattie delle valvole cardiache sono poco conosciute e “trascurate”: solo il 5 per cento degli italiani over 60 ne ha sentito parlare e solo 2 persone su 100 ritengono siano malattie di cui preoccuparsi, nonostante la loro prognosi sfavorevole se non curate. Di malattie delle valvole cardiache si parla poco. Arrivano all’attenzione del grande pubblico solo quando colpiscono personaggi famosi, come è stato qualche anno fa per Silvio Berlusconi o per il più recente caso di Mick Jagger colpito da stenosi aortica. Forse anche per tale motivo solo 5 italiani su 100 conoscono questa malattia valvolare, una delle forme più comuni che causa un restringimento della valvola aortica. Il dato emerge da un’indagine internazionale commissionata all’istituto di ricerca britannico Opinion Matters.
«Purtroppo, le malattie valvolari cardiache sono quasi del tutto ignorate dalla popolazione. Forse accade perché colpiscono persone soprattutto anziane, che tuttavia sono ancora nel pieno dell’attività e la cui qualità di vita viene gravemente compromessa da queste malattie che potrebbero essere individuate, diagnosticate e curate facilmente. Perciò è importante promuovere iniziative di sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza sia della cittadinanza sia delle Istituzioni», spiega Roberto Messina, Presidente Cuore Italia. «L’argomento della malattie valvolari cardiache deve essere affrontato mettendo a disposizione specialisti cardiologi negli ambulatori pubblici per quel milione di italiani con malattie delle valvole cardiache agevolando specialmente la fascia più debole della popolazione, quella over 65, garantendo specialisti di prossimità nel territorio che lavorano in squadra con i medici di medicina generale ed i medici ospedalieri» così afferma Antonio Magi, Segretario Generale del SUMAI Assoprof, Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria, il sindacato maggiormente rappresentativo degli specialisti ambulatoriali italiani.
La Settimana Europea sulle Malattie delle Valvole Cardiache, alla sua seconda edizione, viene celebrata dal 16 al 22 settembre per sensibilizzare la popolazione su queste malattie. È promossa dalle principali organizzazioni europee di tutela dei diritti dei malati cardiopatici, le associazioni Cuore Italia, la francese Alliance du Coeur, la britannica Heart Valve Voice, l’Irlandese Croi, la spagnola Aepovac, l’olandese Hart Volgers, che da quest’anno sono riunite nel comitato di pazienti per le malattie delle valvole cardiache del Global Heart Hub, l’alleanza globale delle associazioni di pazienti con malattie cardiache.
Le malattie delle valvole cardiache colpiscono oggi oltre 1 milione di italiani e la loro prevalenza è fortemente influenzata dall’età. «La popolazione italiana invecchia; già oggi gli over 65 rappresentano quasi un quarto della popolazione, contro una media europea del 18,9 per cento, e nei prossimi 25 anni ISTAT stima questo dato possa abbondantemente oltrepassare la soglia del 30 per cento. Per questo, le malattie delle valvole cardiache, manifestandosi in genere dopo i 65 anni di età, saranno sempre più diffuse con conseguenti risvolti sulla spesa sanitaria», dichiara Alessandro Boccanelli, Presidente SICGe – Società Italiana di cardiologia geriatrica. Un altro dato che emerge dalla ricerca realizzata da Opinion Matters è che, sia in Italia sia in Europa, le persone non ritengono che ci sia da preoccuparsi di queste malattie.
Infatti, se tumori e morbo di Alzheimer sono gli spauracchi, indicate come le malattie più temute nel 28 per cento e il 26 per cento dei casi rispettivamente, solo 2 persone su 100 pensano che le malattie delle valvole cardiache siano malattie di cui preoccuparsi. «Questo dato è forse il più allarmante. Oltre a non conoscere queste malattie e i loro sintomi, le persone non sembrano neanche esserne particolarmente interessate o preoccupate, nonostante le forme più gravi possano portare a morte nel giro di 2-3 anni», commenta Gennaro Santoro, Primario cardiologo interventista, Docente Scuola Superiore S. Anna – Pisa. «Senza creare però allarmismi, è necessario sottolineare che, se diagnosticate tempestivamente, le malattie delle valvole cardiache possono essere curate e, con le cure adeguate, si può riacquistare un’ottima qualità di vita». A seconda della gravità, i trattamenti per le malattie delle valvole cardiache variano da quello farmacologico alla cardiochirurgia.
«Una valvola cardiaca danneggiata può essere riparata oppure sostituita con un intervento cardiochirurgico, la cui tecnica è andata via via migliorando negli anni con la messa a punto di procedure minimamente invasive, sino alla più recente TAVI, un intervento per sostituire la valvola aortica senza aprire il cuore consentendo di trattare anche persone non indicate per la cardiochirurgia» continua Pierluigi Stefano, Direttore Cardiochirurgia AOU Careggi. La tempestività è fondamentale per poter curare le malattie delle valvole cardiache. Stenosi e insufficienza valvolari possono compromettere la funzionalità del muscolo cardiaco, portando a grave scompenso cardiaco. È necessario intervenire prima che questo si verifichi, altrimenti la disfunzione potrà divenire progressiva, con esito letale. «Purtroppo, i segnali di queste malattie sono poco evidenti, soprattutto negli stadi iniziali e nelle forme meno gravi, e spesso imputati alla “vecchiaia” e per questo molto spesso trascurati.
È però necessario che le persone li sappiano riconoscere per poter procedere ad una accurata diagnosi; tra i principali ci sono affaticamento, fiato corto, dolore al petto, battito cardiaco irregolare» descrive Silvio Festinese, Cardiologo Consigliere SUMAI Assoprof e Docente in Metodologia medico-scientifica e Farmacologia presso Facoltà di Medicina "Sapienza" Università di Roma. Una volta riconosciuti i sintomi la diagnosi è semplice. «La prima cosa da fare è rivolgersi subito al proprio medico di famiglia che con il semplice impiego dello stetoscopio può rilevare un eventuale soffio cardiaco, che costituisce il primo indicatore di queste malattie. Successivamente, per avere conferma, si procede con ulteriori esami, quali un elettrocardiogramma, un’ecocardiografia e un consulto specialistico», dice Salvatore Cauchi, Addetto Stampa Nazionale SNAMI, Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani.