La battaglia di Alex Schwazer per dimostrare la propria innocenza e’ destinata a continuare. C’era grande attesa oggi a Bolzano per quella che era stata definita da molti un’udienza chiave sul caso dell’ex marciatore azzurro: sul tavolo la perizia da oltre 150 pagine del Ris di Parma, condotta dal colonnello Giampietro Lago.
Pur non trovando Dna estraneo nelle urine di Schwazer, il colonnello Lago ha infatti riscontrato valori di concentrazione non spiegabili fisiologicamente oltre alla differenza di parametri tra analisi e controanalisi, con una concentrazione del Dna nelle urine profondamente diversa. In altre parole, ci sarebbero tutti i presupposti per gridare alla manomissione delle provette. "Ma a livello scientifico vogliamo la certezza totale – ha tuonato prima del suo ingresso in tribunale Schwazer – Ci arriveremo, sono tre anni che aspetto, posso aspettare altri 6-7 mesi.
Non molleremo". Wada e Iaaf naturalmente non sono d’accordo e oggi l’Agenzia Mondiale antidoping ha tirato fuori a sorpresa un documento del laboratorio di Losanna relativo a un nuovo campione di urina che risalirebbe al giugno 2016, otto mesi dopo il test incriminato. Le analisi mostrerebbero una concentrazione di Dna altissima (14 mila mcg/mcl) che renderebbe dunque piu’ credibile i risultati del primo controllo.