“Il sindaco Cassì ci quereli pure ma dia comunque una risposta ‘politica’ sui vantaggi economici che per la città avrebbe la locazione dell’immobile di via Matteotti dell’Opera Pia collegio di Maria Addolorata Felicia Schininà”.
E’ questo il succo della lettera aperta che i consiglieri 5 stelle del Comune di Ragusa inviano al Sindaco dopo la nota ufficiale con la quale il primo cittadino aveva preannunciato querela, in quanto i pentastellati avevano parlato di una cambiale da pagare al presidente dell’Opera pia, Franco Antoci, in cambio dell’appoggio elettorale alle scorse ammministrative che avevano visto la vittoria di Cassì. E di seguito quanto i cinque consiglieri (Zaara Federico, Sergio Firrincieli, Antonio Tringali, Giovanni Gurrieri e Alessandro Antoci) affermano “caro sindaco, ci dispiace sinceramente che se la sia presa ma avremmo preferito che avesse risposto alle nostre domande, cosa che però non è accaduta.
Ci ha fatto sapere che lo farà nelle aule di un Tribunale. Eppure, gli interrogativi che abbiamo posto erano abbastanza semplici. Li riproponiamo. La sua amministrazione intende creare un centro commerciale culturale nel centro storico superiore. E, fin qui, tutto bene. Per realizzare il progetto, la Giunta municipale decide di aderire alla gara ad evidenza pubblica proposta dall’opera pia collegio di Maria Addolorata Felicia Schininà e di prendere in locazione l’immobile di via Giacomo Matteotti dove erano ospitati i locali della Facoltà di Giurisprudenza. Questa operazione costerà al Comune, quindi alle tasche dei ragusani, 27mila euro l’anno per nove anni, vale a dire complessivamente 243.000 euro. Locali che, tra l’altro, occorre ristrutturare. Ristrutturazione che sarà a carico del Comune anche se, apprendiamo, i costi saranno scomputati dal canone di locazione.
La domanda è: che senso ha questa scelta politica quando, attraversando appena la strada, nello specifico la via Ecce Homo, sono liberi i locali dell’immobile che ospitava la biblioteca, sempre in via Matteotti dunque, di proprietà comunale e per utilizzare i quali non ci sarebbe alcun costo da sostenere? Anzi, se lavori di ristrutturazione ci sarebbero da fare, negli immobili dell’ex biblioteca, non sarebbero interventi che consentirebbero di valorizzare ulteriormente l’immobile in questione? E perché l’amministrazione comunale ha scelto di aderire all’evidenza pubblica dell’opera pia che, come tutti sappiamo, è presieduta da un importante sostenitore politico del sindaco alle scorse elezioni amministrative e quindi, questo, almeno per una questione di opportunità, avrebbe dovuto consigliare una maggiore prudenza?
Ci faccia comprendere, a noi ma soprattutto alla città, quale dovrebbe essere il vantaggio economico di questa operazione. Ecco, queste le domande, dal tenore politico, che le abbiamo rivolto. E a cui lei non ha voluto rispondere minacciandoci, piuttosto, di querelare il nostro gruppo. Se aveva intenzione di intimorirci o di zittirci, caro sindaco, riteniamo che abbia sbagliato strada. Noi abbiamo vigilato, vigiliamo e vigileremo sugli atti dell’amministrazione. Lei, nello specifico, non ha voluto fornirci alcuna spiegazione. Bene, noi andiamo avanti fino a quando non otterremo chiarimenti, fino a quando, cioè, non comprenderemo perché dobbiamo fare pagare ai ragusani 243.000 in nove anni quando si sarebbe potuto utilizzare un immobile attiguo di proprietà dell’ente comunale per lo stesso fine”. (da.di.)