Sarà celebrata domenica 22 settembre a Santa Croce Camerina, la Giornata territoriale iblea per le vittime degli incidenti sul lavoro dell’Anmil, l’associazione nazionale mutilati ed invalidi sul lavoro. “Il tema della sicurezza sul lavoro – spiega il presidente di Anmil Ragusa, Maria Agnello – è sempre al centro, perché, in tutta Italia, nel 2018, ci sono stati 600mila infortuni e 1.133 morti.
Domenica, invece, conosceremo da vicino quali sono i dati che riguardano la nostra realtà territoriale che, lo anticipo, non si discostano poi molto da questo trend negativo. Significa che c’è ancora molto da fare sul fronte dell’informazione e della sensibilizzazione. Il lavoro deve servire a vivere non certo a morire”. Questo il programma dell’iniziativa che si terrà con il patrocinio del Comune di Santa Croce Camerina. Alle 10,30 ci sarà il raduno dei partecipanti in piazza Gian Battista II Celestri. Alle 11 si terrà la santa messa in suffragio dei caduti sul lavoro nella chiesa San Giovanni Battista di piazza Vittorio Emanuele. Quindi, alle 12, è programmata la deposizione di una corona d’alloro alla stele dei caduti sul lavoro in via Carmine.
Dalle 12,30, inoltre, prenderà il via la cerimonia civile nella sala ricevimenti Rosengarten, a Punta Secca, con gli interventi del presidente regionale Anmil, Antonino Capozzo, del presidente dell’Anmil di Ragusa, Maria Agnello, e dei componenti del consiglio territoriale dell’associazione. Sono state invitate a partecipare le autorità e personalità politiche, civili e militari dell’area iblea oltre ai rappresentanti Inail del territorio. Alle 13, inoltre, prenderà il via il pranzo sociale. “Mi preme chiarire, altresì – aggiunge il presidente Agnello – che quest’anno l’Anmil di Ragusa parteciperà alla 69esima edizione della Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro con la giornata nazionale che si terrà a Palermo domenica 13 ottobre. A sostenere l’iniziativa ci saranno soci da tutta la Sicilia per rappresentare la voce delle vittime del lavoro. Dalle vittime di Mineo, a quelle di Priolo, la lista dei decessi nella nostra terra per cause lavorative lascia senza parole”.