"Credo mi abbiano invitato come esempio perfetto di un bersaglio di odio politico sui social, spesso organizzato. Non casuale ma organizzato in modo scientifico e professionale da alcuni gruppi che poi si rifanno ad alcuni partiti politici, in molti casi". Lo ha detto la parlamentare di Italia Viva ed ex ministro Maria Elena Boschi, intervenendo alla tavola rotonda "Il linguaggio d’odio in politica: a chi fa male e come farne a meno" che chiude la Summer School sulla Comunicazione Politica "Hate Speech: prevenzione e contrasto" organizzata dal corso di Scienze della Comunicazione dell’Universita’ di Bari, con il sostegno del Corecom Puglia.
"Io credo che sia importante – ha continuato Boschi – innanzitutto parlarne, che ci sia la consapevolezza che questo e’ un problema che riguarda chi fa politica. E’ un problema di regole del gioco, di democrazia perche’ ciascuno deve essere libero di esprimere le proprie opinioni politiche, anche di essere criticato per quelle, ma non deve essere soggetto di attacchi di carattere personale, sessisti, che non hanno nulla a che vedere con le proposte che ognuno fa".
Ma il linguaggio d’odio in politica non parte solo dai cittadini, spesso e’ utilizzato anche tra gli stessi politici. "Si’ – concorda l’ex ministro Boschi – purtroppo c’e’ anche nelle aule parlamentari. Purtroppo ci sono dei politici che usano un linguaggio che incita spesso i propri sostenitori ad una escalation. Salvini lo ha fatto, facciamo nomi e cognomi cosi’ e’ piu’ semplice".