Sull’ergastolo "duro" ai condannati per reati mafiosi la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo (Cedu) ha respinto il ricorso dell’Italia contro la sentenza del 13 giugno che bocciava questo regime carcerario.
Per la Corte il cosiddetto ergastolo "ostativo", cioe’ senza alcun tipo di beneficio per il detenuto, non e’ legittimo perche’ nega la possibilita’ di redimersi. "Il rigetto del ricorso dell’Italia da parte della Grande Chambre della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, fa si’ che la decisione presa dai giudici della stessa Corte di Strasburgo lo scorso giugno, in merito all’ergastolo ostativo, sia definitiva. D’altronde gia’ in altri casi e per altri paesi la Corte aveva sostenuto, legittimamente, che l’ergastolo senza prospettiva di rilascio violasse l’articolo 3 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti umani, nella parte in cui proibisce i trattamenti crudeli, inumani e degradanti", afferma in una nota Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone.
"Viene cosi’ restituita finalmente ai giudici la possibilita’ di una valutazione discrezionale, cancellando quell’automatismo che trasformava questo tipo di ergastolo in una pena senza alcuna speranza di reintegrazione sociale, come invece la Costituzione impone. Chiunque oggi paventa l’uscita di decine o centinaia di mafiosi crea un inutile allarme. La sentenza non produrra’ infatti un risultato di questo genere, non essendosi pronunciata sul tema dell’ergastolo in generale ma solo dell’ergastolo ostativo", sottolinea ancora Gonnella secondo cui "si tratta di una decisione di civilta’ giuridica che ci riporta al pari di molti altri paesi europei".