Il direttore dell’Autorita’ di Informazione Finanziaria (AIF) del Vaticano, Tommaso Di Ruzza, e i suoi uffici sono stati perquisiti dalla Gendarmeria in relazione a un’indagine avviata dal promotore di Giustizia dopo due denunce presentate a luglio e agosto rispettivamente dallo Ior e dall’Ufficio del Revisore Generale.
Le perquisizioni sono state effettuate il 1^ ottobre scorso, secondo quanto rende noto la Sala Stampa Vaticama. "La ricerca, che ha portato al sequestro di determinati documenti e fascicoli, e’ connessa ad un’attivita’ istituzionale in corso svolta dall’AIF sulla base di un Rapporto di attivita’ sospette che coinvolge diverse giurisdizioni straniere – si legge nella nota del Vaticano -. Immediatamente dopo questi eventi, il presidente dell’AIF, Rene’ Brulhart, dopo aver consultato i membri del Consiglio direttivo, ha avviato un’indagine interna per comprendere a fondo l’attivita’ operazionale dell’AIF interessata.
Sulla base di tale indagine interna, il Consiglio direttivo ha stabilito: in primo luogo, che l’attivita’ svolta dall’AIF e dal suo Direttore era di natura strettamente istituzionale e condotta in conformita’ con lo Statuto dell’AIF. In secondo luogo, che nell’esercizio della sua funzione istituzionale, ne’ il direttore ne’ alcun altro dipendente dell’AIF hanno svolto in maniera inadeguata la propria funzione o tenuto qualsiasi altra condotta impropria". Di conseguenza, il Consiglio direttivo ribadisce "la sua piena fiducia nella competenza professionale e onorabilita’ del suo Direttore e, inoltre, lo elogia per l’attivita’ istituzionale svolta nella gestione del caso in questione.
Poiche’ l’AIF continua a svolgere le sue attivita’ operazionali a livello nazionale e internazionale, rimane pienamente cooperativo con le autorita’ competenti. Il Consiglio direttivo e’ fiducioso che le potenziali incomprensioni saranno presto chiarite".