MILANO – Frena il Mezzogiorno, si amplia il divario tra il Sud e il resto d’Italia, ma anche le aree piu’ industrializzate del Paese sono in ritardo rispetto alle maggiori economie dell’area euro per la deludente dinamica della produttivita’.
E’ quanto emerge dal rapporto "L’Economia delle regioni italiane. Dinamiche recenti e aspetti strutturali", presentato dalla Banca d’Italia. Nel primo semestre la dinamica del Pil, pur rimanendo positiva, ha rallentato in tutte le macroaree del Paese. Rispetto allo stesso periodo del 2018, secondo Bankitalia l’attivita’ economica e’ lievemente aumentata nel Nord Est e al Centro, e’ stabile nel Nord Ovest ed e’ in lieve calo nel Mezzogiorno. Diminuisce in tutto il Paese, ma in misura maggiore nel Sud, il saldo netto tra imprese nate e cessate. Nonostante il rallentamento dell’attivita’, nel 2018 la spesa per gli investimenti e’ cresciuta ovunque, beneficiando della reintroduzione, a partire dallo scorso mese di aprile, degli incentivi fiscali in precedenza ridotti. Tengono le esportazioni, soprattutto nel Nord Est e al Centro, mentre si interrompe il trend positivo nel Nord Ovest – dove risentono dell’indebolimento del settore dell’automotive – e nel Meridione, a causa del rallentamento nel comparto petrolifero. Rimane un grande divario poi, nella distribuzione dei redditi, anche se nel Mezzogiorno si rileva una contrazione dell’intensita’ della poverta’.
Sul fronte dell’occupazione, nel primo semestre 2019 si e’ registrata una decelerazione, soprattutto nel Mezzogiorno, dove si sono ridotte le ore di lavoro pro capite. Il tasso di disoccupazione e’ comunque sceso in tutte le aree.