RIMINI – Dal primo novembre la societa’ ambientale di Eni ha cambiato nome e si chiama Eni Rewind. Il suo amministratore delegato, Paolo Grossi, ha presentato alla fiera riminese di Ecomondo il ruolo che la ex Syndial vuole giocare nell’economia circolare, in particolare nel campo delle bonifiche, cercando di affermarsi sempre di piu’ anche nella gestione dei rifiuti urbani.
"La scelta di una parola inglese, ‘rewind’, e’ dovuta al fatto che dallo scorso anno le attivita’ che storicamente erano concentrato in Italia si stanno sviluppando anche all’estero – ha detto Paolo Grossi -. Siamo attivi in paesi come l’Iraq, la Nigeria, la Tunisia e l’Egitto. ‘Rewind’ e’ l’acronimo di ‘Remediation and waste into development’. Con ‘remediation’ intendiamo le bonifiche. Con ‘waste’ la gestione dei rifiuti industriali e il trattamento delle acque che sono la nostra seconda attivita’. ‘Into development’ indica la nostra intenzione di entrare nella gestione dei rifiuti urbani, cosa che abbiamo iniziato a fare lo scorso anno, applicando le tecnologie di cui siamo proprietari".
In questo momento Eni Rewind ha oltre duecento cantieri attivi che impegnano piu’ di mille persone, tremila calcolati nell’indotto, per un totale di 800 milioni di euro all’anno di costi ambientali gestiti. Si tratta prevalentemente di cantieri di bonifica, ma anche di gestione dei rifiuti industriali.