Italia testa di serie al sorteggio e con un ct da record. Gli azzurri vincono 3-0 in Bosnia, mettendo in fila la decima vittoria consecutiva, un dato che permette a Roberto Mancini di superare il primato di Vittorio Pozzo, stabilito nel 1939.
Decidono le reti di Acerbi, Insigne e Belotti per una Nazionale che, gia’ qualificata a Euro2020, continua la propria marcia a punteggio pieno con 9 successi in altrettante partite nel girone J. Ancora risposte positive, dunque, da un’Italia che gioca e vince anche quando non c’e’ l’assillo di portare a casa il risultato. Mancini va avanti con il 4-3-3 e le novita’ sono in difesa, con il rientro di Florenzi, e a centrocampo, con Tonali al debutto dal 1° (seconda presenza) al posto dell’assente Verratti. Tridente con Bernardeschi, Belotti e Insigne. Dall’altra parte Prosinecki si affida a tre italiani: lo juventino Pjanic, il milanista Krunic e il romanista Dzeko. Ritmi subito alti con Dzeko fermato in offside e Bonucci (oggi alla gara numero 94, raggiunto Facchetti) che ci prova sugli sviluppi di un corner.
Match vivo, Donnarumma presente su Bicakcic e Dzeko, ma l’Italia c’e’ e cerca sempre il gioco come vuole il Mancio. Bene Bernardeschi. Per lo juventino assist per Insigne, gol sfiorato e poi la gran giocata che, al 21°, permette a Barella di servire Acerbi che realizza una rete da attaccante di razza e qualita’. La Bosnia ci prova ma non fa male, l’Italia si’ e al 37° raddoppia con Insigne, servito da Belotti. Lo 0-2 ferisce nell’orgoglio i bosniaci, ma tra i pali c’e’ un grande Donnarumma che dice no a Cimirot e Kovacevic, immediata risposta azzurra con Belotti che impegna Sehic. Nella ripresa, all’8°, il "Gallo" chiude definitivamente la partita con un bel destro dal limite su assist di Barella. Succede poco altro, l’Italia domina, la Bosnia perde Pjanic per infortunio (allarme Juve) e poi c’e’ spazio per due debutti in azzurro: Gaetano Castrovilli e il terzo portiere Pierluigi Gollini. Finisce 3-0, azzurri belli, vincenti e convincenti, tanto da uscire dal terreno di gioco tra gli applausi dei bosniaci.