Il calcio e lo sport come strumento di inclusione sociale. Questo l’obiettivo del Progetto Rete, iniziativa promossa promossa dalla Figc con la collaborazione del Ministero dell’Interno e l’Anci, con il supporto di Eni e Puma, rivolta ai minori stranieri accolti nei centri Sprar/Siproimi del nostro Paese.
Un percorso iniziato nel 2015 e giunto alla sesta edizione, con numeri di partecipanti elevato a livello nazionale, 500 i ragazzi coinvolti nella scorsa edizione: "Sono grato al mondo del calcio per tutto quello che stiamo cercando di fare per quanto riguarda l’integrazione – ha spiegato il presidente della Figc Gabriele Gravina -. E’ importante saper unire le culture, questo progetto e’ partito nel 2015 e sono stati coinvolti piu’ di 2000 soggetti. Abbiamo scoperto quanto sia importante un’altra dimensione del nostro mondo: un livello che ci porta a visionare ancor di piu’ un liberalismo. Dal progetto Rete ho imparato molto.
Ho capito che e’ importante saper donare qualcosa perche’ poi qualcosa ci ritorna e ci arricchisce. Ringrazio la citta’ di Palermo dove quest’anno stiamo portando una serie di eventi legati alla solidarieta’ e alla fraternita’". Il progetto si sviluppa in 49 centri Sprar/Siproimi e presso i Centri Federali Territoriali di Palermo, Gela, Milano, Casalnuovo di Napoli e Noicattaro. Vito Tisci, presidente del settore giovanile e scolastico, ha mostrato tutta la sua soddisfazione: "Il progetto Rete e’ una delle iniziative migliori della Figc, siamo alla sesta edizione in cui sono stati coinvolti piu’ di 2000 stranieri riuscendo a favorire uno sviluppo in termini formativi.
La Sicilia e’ la regione piu’ presente in questo progetto, in questi anni i risultati sono stati motivo di grande soddisfazione e testimoniano la validita’ del progetto. Un grandissimo numero di partecipanti ha trovato la propria collocazione all’interno del campo sociale", ha concluso.