ROMA – Per i prodotti editoriali in edicola, il 2019 e’ un anno da dimenticare: i ricavi dalla vendita di quotidiani e periodici dovrebbero assestarsi a poco piu’ di 1,9 miliardi, il 10% in meno rispetto al 2018 e il dato peggiore degli ultimi 5 anni.
A lanciare l’allarme e’ Fenagi, l’associazione delle edicole e imprese di rivendita di quotidiani periodici Confesercenti, sulla base di proprie elaborazioni condotte sui dati resi pubblici dagli Uffici studi delle associazioni della filiera della carta. In particolare, si stima che i ricavi da quotidiani si fermeranno a 855 milioni, il 7,5% in meno sull’anno passato. Per le riviste e le altre pubblicazioni periodiche, invece, si prevedono vendite per 1.076 milioni, per un calo vicino al 12%. Una riduzione marcata, con conseguenze su tutta la filiera dell’informazione, dalle redazioni alla rete di vendita, ormai in una situazione di crisi strutturale. I conti economici parlano chiaro: rispetto al 2013, il reddito medio delle imprese del commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici e’ sceso di circa un terzo, e ormai 6 edicole su 10 realizzano utili – ante imposte – di 10mila euro l’anno o meno. Uno scenario sempre meno sostenibile per gli operatori, come confermano i dati di chiusura dei punti vendita.
Dal 2013 le rivendite sono passate da 18.077 a 14.730. Un dato che include, oltre i classici chioschi, anche i negozi e i pubblici esercizi che aggiungono all’attivita’ prevalente la vendita di giornali.