E’ un Matteo Salvini a tutto campo, con tanto di felpa con la scritta “Emilia”, e pronto ad affrontare le ultime settimane della campagna elettorale per le regionali del 26 gennaio. Dopo la riunione con i candidati e le candidate della Lega in un hotel nei pressi della stazione di Bologna, il leader del Carroccio ha incontrato i giornalisti per annunciare i prossimi appuntamenti di questa campagna elettorale, rilanciare alcuni temi del programma e per rispondere anche ad alcune delle questioni sollevate ieri dal premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di fine anno.
“Sarò in almeno cento piazze per raccogliere proposte, incontrare i cittadini”, annuncia il leader della Lega che da qui alla chiusura della campagna elettorale conta di raggiungere “circa 200 presenze” in Emilia-Romagna. “Sono orgoglioso – aggiunge Salvini – di quello che la Lega ha fatto in Italia e in Emilia-Romagna. A sinistra preferiscono l’insulto”. “Mi dispiace – dice ancora Salvini, riferendosi all’intervento di Beppe Sala oggi a Imola per la presentazione dei candidati delle liste che sostengono Stefano Bonaccini – che il sindaco della mia città sia venuto per insultare Lucia. Noi non siamo qua per rispondere agli insulti”. “Il 18 ottobre vinceremo in Emilia-Romagna come in Umbria”, sottolinea Salvini di fronte ai giornalisti, a Bologna, ma quando qualcuno gli fa notare che le elezioni si terranno il 26 gennaio prossimo, il leader della Lega sorride e subito si corregge: “E’ un lapsus freudiano – spiega Salvini – perché noi ci prepariamo al futuro”.
E lancia la manifestazione con il popolo della Lega in programma il 18 gennaio a Maranello: “Quale altro comune più simbolico di Maranello per un’Emilia-Romagna che sogna, crea ricchezza, bellezza. Quello è l’unico rosso che ci piace oltre il lambrusco. Riempiremo di proposte e futuro la splendida Maranello”. Per Salvini le elezioni del 26 gennaio saranno un test nazionale: “Non vedo l’ora che arrivi questo 26 gennaio perché dimostreremo che là dove governa la Lega la gente sta meglio e vive meglio, poi sicuramente sarà anche un segnale a livello nazionale a questo Governo, che ogni giorno ne combina una fra Conte, Renzi, Di Maio, Zingaretti. Si dimette un ministro e lo moltiplicano per due. Sette miliardi di tasse, raddoppio degli sbarchi, processi che durano a vita, in quattro mesi penso che abbiano fatto il peggio possibile”. (ITALPRESS).