La Paleodieta, oggi molto alla moda, è in realtà ben diversa da quella seguita dai nostri antenati fino a diecimila anni fa. La Paleodieta per dimagrire si basa sul consumo di carne ed è senza carboidrati. Durante l’età della caverna, infatti, l’uomo faceva di necessità virtù ovvero chi viveva in aree tropicali aveva un maggiore accesso alle fonti vegetali, mentre nel Nord Europa era privilegiata la cacciagione. Ma una cosa è certa i semi o i tuberi avevano una rilevanza maggiore rispetto a quella che l’uomo riconosce oggi, pur nella comunità dei seguaci della dieta del paleolitico.
A sostenerlo è uno studio pubblicato su Nature Communications. I ricercatori, tra cui diversi biologi e antropologi dell’Università di Bologna, hanno studiato le abitudini alimentari degli Hadza, una ristretta comunità – meno di mille individui – che vive in Tanzania in condizioni assolutamente accostabili a quelle dell’uomo durante il paleolitico. Ovvero: gli uomini si dedicano alla caccia, le donne al raccolto. E tutti si muovono molto, al contrario di quanto accade oggi.Di agricoltura e allevamenti, invece, nemmeno l’ombra. Si è così potuto scoprire come la loro dieta – e di conseguenza quella degli uomini vissuti più di diecimila anni fa – fosse piuttosto diversa da quella che oggi viene descritta come “Paleo”.
Cinque le categorie di alimenti a disposizione degli Hadza: carne, miele, tuberi, bacche, semi e frutti del baobab. In pratica si tratta di uno schema che per oltre il 70% è vegetariano mentre la carne rappresentava solo la percentuale restante. In poche parole la Paleodieta moderna è molto diversa da quella utilizzata dall’uomo delle caverne. La Paleodieta è un regime alimentare messo a punto da Loren Cordain, nutrizionista dell’Università del Colorado, di cui esistono varie versioni, nel quale – in generale – vengono esclusi tutti i cibi pro-infiammatori. L’alimento principale della Paleodieta è la carne magra ma deve essere di altissima qualità e allevata ‘Grass Fed’, ossia ‘ad erba’ dalla nascita fino alla macellazione, particolarmente ricca di preziosi acidi grassi omega 3, come spiega il dott. Francesco Marinelli, biologo nutrizionista a Roma, inoltre, sono previsti pesce, uova, verdure, poca frutta, noci e semi vari; olio di oliva, burro di cocco e avocado come grassi aggiuntivi.
Vanno esclusi, invece, tutti quegli alimenti che contengono glutine e lattosio, latte e derivati, le solanacee (melanzane, pomodori, patate) e i legumi, che contengono anti-nutrienti ossia sostanze che vanno a inibire l’assorbimento di altre sostanze difficili da gestire per il nostro organismo, come le saponine e le lectine. No anche a sale, grassi e zuccheri raffinati», suggerisce l’esperto. La Pelodieta è definita da molti una dieta equilibrata che però deve essere seguita sotto controllo medico in quanto contiene tutti i nutrienti essenziali: proteine, vitamine, fibre, ma anche carboidrati provenienti da frutta e verdura. Inoltre, può essere seguita come modello alimentare di vita, con qualche accorgimento. Per esempio, se si pratica sport occorre inserire nella dieta quotidiana prodotti amidacei come il riso jasmin, il topinambur o le patate americane. In questo caso diventa ancora più importante la consulenza di uno specialista