L’operazione, Lo spettacolo da vedere per forza a Vittoria. Si terrà il 10 gennaio nell’ambito della Stagione Teatrale 2019720. Spettacolo di successo, L’operazione ironicamente smaschera ipocrisie, illusioni e crudeltà del mestiere precario dell’attore. Quattro attori di oggi mettono in scena un testo scritto da uno di loro che parla di quattro terroristi clandestini negli anni di piombo. E ne viene fuori una commedia umoristica dal sapore dolce e amaro. Osserviamo come vivono quattro quarantenni fra i più precari di tutti i precari: gli attori.
Creature sospese tra l’alto ideale creativo e la grettezza di un contratto di scrittura e una piccola recensione che dia conforto. Chiusi in uno spazio sotterraneo, come topi operosi, alle prese con le prove di uno spettacolo sui brigatisti, lavorano, si confrontano, litigano, si confidano, sperano e si deprimono. Si scontrano sull’attualità delle “necessarie nuove forme” del teatro, sulla utilità o meno della rappresentazione dell’arte, e si convincono pervicacemente che l’unico sbocco per uscire alla luce del sole è farsi recensire dal critico più potente d’Italia, l’unico che ha davvero il potere di dare senso e consenso al loro lavoro e alle loro vite sommerse. Nonostante il grande successo di pubblico, avendolo invano invitato, il potente critico, divenuto ormai una vera ossessione, non fa fede alla sua promessa di assistere allo spettacolo, gettando nello sconforto la banda dei quattro.
Accecati dal delirio combattente dei personaggi che interpretano sulla scena, più come Ferribbotte e Capannelle de “I soliti ignoti” che come Curcio e Morucci delle Br, sequestrano l’autorevolissimo personaggio alla maniera dei sequestri lampo delle prime cellule brigatiste degli anni ’70, costringendolo con le cattive a vedere il loro lavoro. “Grandi risate con attenzione all’umanità nascosta dei personaggi. (…) L’Operazione nasce per smascherare col sorriso le ipocrisie, le illusioni e la crudeltà del mestiere dell’attore. La cosa oltremodo curiosa è l’argomento scelto per questa azione pirandelliana: gli anni di Piombo. Una riflessione semiseria anche sul rapporto tra chi il teatro lo fa, e chi ne scrive.”