La felicità sta delle piccole cose: è questo il vero segreto della vita. Quante risate, quante parole: Flavio Insinna ha riempito di belle emozioni la scena del Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla dove venerdì e sabato (in questa giornata con due repliche viste le continue richieste da parte degli spettatori) è stato protagonista con La macchina della felicità (e la sua piccola orchestra). Un flusso inarrestabile di positività, di energia vitale è partito dal palco per fluttuare inarrestabile tra la platea in sold out in entrambe le date, con la speranza che ciascuno dei presenti lo porti con sé nella sua quotidianità.
Cos’è la felicità? È la domanda su cui è ruotato tutto lo spettacolo e su cui ognuno ha concentrato la sua riflessione. Di cosa è fatta? Di cosa si nutre e come si manifesta? Interrogativi profondi che il bravissimo Insinna ha sviscerato con una rara leggerezza che non è sinonimo di pressappochismo o faciloneria, al contrario è prova di una maturazione interiore della riflessione profonda su uno dei dilemmi che hanno da sempre attanagliato l’animo umano. La ricerca della felicità, appunto. L’intima analisi ha portato a uno spettacolo piacevolissimo, divertente e profondo insieme, che sceglie la strada della freschezza artistica, musicale, interpretativa per permettere al messaggio di essere quanto più incisivo possibile e così rivoluzionare – o quanto meno scalfire – la quotidianità umana e spesso l’insensata affannosa ricerca di un mito che invece è realtà.
Perché la felicità esiste, sì, Insinna lo ha dimostrato, bisogna solo cercarla con occhi attenti nel posto giusto. Lo hanno dimostrato le lettere, le testimonianze, le storie raccontate in due ore di spettacolo serrato, regalo prezioso che la stagione teatrale del Donnafugata ha fatto al suo pubblico, un appuntamento che forse più degli altri mostra chiaramente quanto il teatro altro non sia che lezione di vita. Perché la felicità esiste: sta nelle piccole cose. Il prossimo appuntamento con la stagione teatrale diretta da Vichy e Costanza DiQuattro, con il coordinamento di Clorinda Arezzo, è per l’1 e il 2 febbraio con Lunaria di Vincenzo Consolo con Pietro Montandon.