E’ la volta delle organizzazioni sindacali ad intervenire su quel caso che possiamo ormai definire “clientelismi e favoritisni”, per usare le parole del sindaco Cassì che aveva denunciato la presenza di noti personaggi politici, seppur non ricoprenti cariche istituzionali, che si recavano presso gli uffici comunali fuori dall’orario di ufficio per sbrigare pratiche di cittadini. Il segretario generale della funzione pubblica Cgil, Nunzio Fernandez ricapitola “sembrerebbe in estrema sintesi che alcuni lavoratori avrebbero concesso ad
un soggetto politico supporto tecnico e informativo fuori dall’orario d’ufficio, evitandogli una lunga attesa agli sportelli” ed aggiunge “mettiamo subito in chiaro che non è intenzione degli scriventi entrare nel merito specifico di tale problematica né tanto meno assumere, a prescindere, difesa incondizionata nei confronti del o dei dipendenti che avessero mantenuto un simile comportamento e causato questo spiacevole incidente, piuttosto, è nostra intenzione evitare deplorevoli, inopportuni e generalizzati linciaggi mediatici, nei confronti dei dipendenti che avrebbero assunto comportamenti scorretti, o peggio, che qualcuno potesse pensare di assimilare tali comportamenti a quelli di tutti i dipendenti del Comune di Ragusa, motivo per cui riteniamo opportuno fare chiarezza nell’interesse dei servizi resi alla collettività e a salvaguardia dei dipendenti corretti”.
Sottolinea Fernandez che nel contratto degli Enti Locali (ma tali garanzie sono presenti in tutti i contratti), ad ogni dipendente, dirigente, viene garantita la possibilità di entrare in contradittorio nelle sedi opportune e dimostrare la rettezza dei comportamenti assunti, in sostanza che abbia diritto alla possibilità di difendersi; proprio per tali evenienze viene solitamente avviato un iter che inizia con l’apertura di un provvedimento disciplinare e viene concluso, dopo un'istruttoria, con un provvedimento sanzionatorio o di assoluzione. Bastava quindi attivare i meccanismi previsti dalla normativa contrattuale senza instaurare un clima da caccia al colpevole. L'articolo apparso sui media, piuttosto, ha contribuito ancora una volta ad
un’ingenerosa e inopportuna critica per l'intera classe dipendente del Comune di Ragusa, che sommariamente, senza possibilità di difesa, potrebbe essere associata a comportamenti inopportuni e poco aderenti al codice comportamentale dell'ente ricevendone quindi un inopportuno pregiudizio, specie nei casi in cui i dipendenti appartengono ad uffici, magari poco amati dai cittadini, per via del ruolo impositorio connaturato nelle funzioni. Apprezziamo che il Sindaco abbia focalizzato la circostanza che la maggior parte dei dipendenti, assumono dei comportamenti corretti; il nostro intervento vuole comunque garantire, sia chi avesse potuto assumere un comportamento poco consono ai doveri d’ufficio ma anche coloro che assumono quotidianamente, nella loro attività lavorativa, comportamenti irreprensibili”.
Da parte sua Daniele Passanisi, segretario generale della Cisl, insieme al segretario territoriale Antonio Nicosia, preferisce evidenziare “pensavamo che il primo cittadino di Ragusa possedesse il senso della misura, anche perché, per la sua professione, ben conosce quel principio costituzionale e di buon senso che impone a chi giudica di accertare i fatti permettendo al presunto colpevole di difendersi. Invece in questa storia, tutta da decifrare, soprattutto sotto l’aspetto politico, l’avv. Peppe Cassì non ha indugiato un minuto a sferrare nei confronti di qualche dipendente dell’ufficio Tributi un attacco mediatico. Ha così buttato fango in modo generalizzato su alcuni dipendenti che pare abbiano ricevuto in ufficio, al di fuori dell’orario di ricevimento, alcuni politici che in passato ricoprivano incarichi pubblici. In linea di principio, tra l’altro, non si comprende quale grave violazione di natura disciplinare potrebbe essere contestata a questi dipendenti”.
Poi Passanisi e Nicosia aggiungono “non si comprende tanta veemenza per un fatto del genere, salvo che la questione non si riconduca alla contrapposizione politica. Se ciò fosse, è stata portata avanti questa linea di condotta senza tenere conto, da parte del primo cittadino, che a pagare il prezzo maggiore, in termini d’immagine, sono i dipendenti tutti e nello specifico quelli che per l’ufficio ricoperto quotidianamente affrontano decine di cittadini già sul piede di guerra e che non lesinano anche minacce”. Ma i due sindacalisti della Cisl aggiungono anche una frecciata polemica “speriamo comunque che il sindaco di Ragusa, persona finora dimostratasi prudente, non abbia messo in atto un’azione del genere, improvvisata almeno nella tempistica, per “domare” in qualche misura il personale dei Tributi che da mesi porta avanti con stile e senza colpi di coda una sacrosanta azione per ottenere locali più idonei al lavoro che svolgono e anche a difesa della loro incolumità.
Sono queste le battaglie che occorre vincere. E non certo quelle che ventilano chissà quali condotte poco opportune da parte del personale, facendo per lo più, la circostanza secondo noi più grave, di tutta l’erba un fascio. No, proprio così non va. Occorreva maggiore attenzione e speriamo che tutta la vicenda possa rientrare nei binari della normalità e della correttezza istituzionale”. (da.di.)