Nel 2020 si è forse completata la vergogna delle infrastrutture della Regione Siciliana. Vero è che al peggio non c’è mai fine ma i cittadini siciliani si augurano che questa vergona sia veramente l’ultima. Giorni fa è stato dichiarato il viadotto Cannatello pericolante e non è che l’ultimo sassolino di una valanga che corre verso la totale distruzione del sistema viario siciliano. Come la campata del viadotto di Scillato anche del viadotto Cannatello si sapeva che era a rischio crollo da almeno 20 anni.
Chiunque abbia transitato su quel ponte ha sempre notato le impalcature in ferro attorno ai pilastri del viadotto come puerile tentativo per risolvere il problema. Il risultato è che dopo 20 anni i siciliani si ritrovano con la chiusura al traffico pesante del ponte come ultima soluzione al problema. I siciliani si chiedono cosa passa per la mente ai Governatori che si sono succeduti in tutti questi anni al comando della Regione senza che nessuno di loro abbia sbattuto i pugni sul tavolo pretendendo, per i suoi cittadini, strade ed autostrade sicure, funzionali e in perfetta efficienza. Ma i nostri rappresentanti politici si rendono conto che il sistema viario siciliano da anni sta cadendo a pezzi a causa della mancanza di una vera programmazione di interventi manutentivi?
Oggi si è raggiunto l’apice dell’inefficienza spaccando nuovamente in due la Regione Siciliana. Nel 2020 la Sicilia, la regione più estesa dell’intera italia, è collegata da est ad ovest solo da una strada che i nostri amministratori si ostinano a chiamare autostrada.I Siciliani sono stufi di subire questa eclatante inefficienza di chi è pagato invece per risolvere i problemi che attanagliano l’isola. Non è più accettabile che le imprese siciliane pur producendo manufatti e prodotti alimentari di altissimo livello non riescono ad essere competitive rispetto alle altre aziende italiane e straniere a causa anche per la difficoltà di trasporto delle merci. Dopo più di 5 anni dalla caduta del viadotto di Scillato ancora non si vede nessun risultato e parliamo di un “ponticello” di appena 270 metri di lunghezza.
Di contro assistiamo che a Genova in appena un solo anno lo Stato italiano ha abbattuto quel che restava del ponte Morandi lungo 1.270 metri, ha eliminato i detriti, ha abbattuto gli edifici troppo vicini al ponte, evacuato i loro abitanti, ed ha già ricostruito il nuovo ponte dichiarando che tra marzo e maggio 2020 su di esso trasiterà la prima auto. Delle due una, o sono troppo bravi i genovesi o siamo troppo “scarsi” noi siciliani.