Mangiare peperoncino fa bene alla salute del cuore: riduce rischio infarto e ictus. Lo annuncia una ricerca pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology (JACC), secondo cui le persone che consumano abitualmente peperoncino hanno un rischio di mortalità, per tutte le cause, ridotto del 23% rispetto a chi non lo consuma. Lo studio è stato condotto dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell'IRCCS Neuromed di Pozzilli (Isernia), in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, l'Università
dell'Insubria e del Cardiocentro Mediterranea di Napoli, a partire dai dati relativi al progetto Moli-sani, partito nel marzo 2005, che ha trasformato la piccola regione italiana in un grande laboratorio scientifico, a cui partecipano circa 25.000 cittadini della regione. Obiettivo: conoscere i fattori ambientali e genetici alla base delle malattie cardiovascolari e dei tumori. I ricercatori hanno seguito per otto anni lo stato di salute di 22.811 individui, mettendolo in relazione con le loro abitudini alimentari. Analizzando, in particolare, il consumo di peperoncino, i ricercatori hanno riscontrato un'associazione tra l'assunzione regolare – almeno quattro volte a settimana – di questa spezia e una riduzione del rischio di mortalità generale del 23%.
Ma c'è di più. Andando ad analizzare nello specifico due possibili cause di decesso come infarto o ictus, i ricercatori hanno visto che a un consumo regolare di peperoncino era associata una riduzione della mortalità per cause cerebrovascolari (come ictus o infarto) di oltre il 60%. Ma quanto peperoncino è necessario mangiare per avere un effetto protettivo sul cuore? Secondo i ricercatori con il consumo di peeperoncino per due volte a settimana si ha una diminuzione del 14% del rischio di mortalità, che sale al 18% per un consumo da due a quattro volte, e arriva al 23% quando si superano le quattro volte.