MODICA (RG) – Fare i conti con la disabilità significa prendere coscienza di quanto poco attenti, poco consapevoli e formati siamo quando si parla di handicap. Siamo avvezzi a trattarla come un argomento che non ci riguardi in prima persona, quasi un tabù di fronte al quale è meglio girare la testa. Ma quando ti ci ritrovi faccia a faccia tutto cambia: capisci quanto poco ne sai e quanto poco capace sei nell’affrontarla, oltre a renderti conto di quanto sarebbe importante invece essere “educati alla disabilità”.
Sei costretto a confrontarti con una nuova dimensione, che intacca drasticamente la tua quotidianità, persino la tua sessualità, e spesso lo devi fare da solo o in compagnia di chi ha vissuto e sta vivendo la tua stessa situazione. Parole forti, che fanno riflettere, ma che sono il vero insegnamento di vita che il dramma vissuto in famiglia ha lasciato a Cesare Bocci, il noto Mimì Augello de Il commissario Montalbano. A lui il Teatro Garibaldi di Modica ha dedicato lo scorso fine settimana, prima con lo spettacolo Pesce d’Aprile, insieme a una bravissima Tiziana Foschi, che ha riscosso un doppio sold out sabato e domenica, e poi col pomeriggio di confidenze, sempre al teatro modicano, che ieri Bocci ha regalato al suo affezionato pubblico.
A fianco a lui il sindaco, presidente della Fondazione Teatro Garibaldi, Ignazio Abbate, e il sovrintendente Tonino Cannata. “Sono molto felice dell’accoglienza che Modica ha mostrato a Cesare Bocci, uno dei più brillanti attori del panorama nazionale – ha commentato il sindaco Abbate – circondandolo di affetto e calore umano. Una grande risposta di tutta la città della quale sono particolarmente orgoglioso”. Soddisfatto anche il sovrintendente Cannata: “Lo spettacolo ha in poco tempo registrato un doppio sold out da parte del nostro pubblico, abbonato e non – ha dichiarato – testimonianza di quanto affetto si provi nei confronti di Bocci e della sua storia personale”.
Ieri pomeriggio dunque l’attore si è confido con il suo pubblico, raccontando il dramma che ha vissuto con la moglie Daniela Spada, colpita nell’aprile del 2000 da un ictus subito dopo aver messo al mondo la loro bambina. La loro storia è diventata un libro, “Pesce d’Aprile”, appunto – campione d’incassi qualche anno fa –, e adesso uno spettacolo. “Scrivere è stata un’esperienza catartica – ha svelato lo stesso Bocci – una liberazione che ci ha permesso di confidarci, attraverso la scrittura, cose che a parole non riuscivamo a dirci”. Vita privata, ma anche pubblica: immancabile ovviamente il riferimento a Il commissario Montalbano che ha cambiato il nostro territorio e che continua ad avere un successo internazionale – la fiction è stata comprata da tantissimi paesi esteri, persino dal Vietnam e dall’Indonesia.
Emozioni dunque grazie a una storia d’amore che di fronte al dramma prima e alla conseguente disabilità poi si è rafforzata: un amore che vince su tutto, sulla malattia, sul dolore e sulla paura, un amore puro, che ha saputo viaggiare ogni oltre confine fisico, creato dall’handicap, e mentale, creato dal giudizio altrui e dal terrore di non farcela. Con un’intensità estrema, a tratti insopportabile tanto è stata acuta, schietta, palpabile, lo spettacolo ha saputo raccontare la forza di volontà di una donna, sulla scena interpretata dall’eccellente Tiziana Foschi, che è riuscita a recuperare la sua autonomia e di un uomo che le è sempre rimasto accanto, condividendo con lei ogni momento, ogni dolore, ogni piccola conquista. Si è anche riso, perché la vita è un frullato di emozioni, ma soprattutto si è riflettuto su quanta forza d’animo un essere umano possa mostrare d’avere, soprattutto se è circondato dall’amore vero.