L'invasione di insetti e organismi alieni, portati nelle campagne italiane dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi ha causato danni per oltre un miliardo di euro nel 2019 con gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico. E' quanto emerge dal Rapporto Coldiretti su "Clima: la strage provocata dalle specie aliene nelle campagne italiane", diffuso all'inaugurazione della Fieragricola dove è stata mostrata la teca degli orrori con le specie aliene arrivate in Italia che hanno fatto strage nei campi coltivati, in occasione della mobilitazione di migliaia di agricoltori italiani con i trattori.
Dalla cimice asiatica al batterio della Xylella, dalla Popillia japonica alla Drosophila suzukii, il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che ha attaccato ciliegie, mirtilli e uva dal Veneto alla Puglia. E ancora il cinipide galligeno ha fatto strage di castagni e il punteruolo rosso ha decimato le palme o il coleottero Aethina tumida, sono sempre di più le specie aliene che distruggono i raccolti, favorite dai cambiamenti climatici. L'ultima ad invadere l'Italia è la "cimice marmorata asiatica" arrivata dalla Cina che, sostiene la Coldiretti, è particolarmente pericolosa per l'agricoltura perchè prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all'anno con 300-400 esemplari alla volta.
Un autentico flagello è il batterio della Xylella che è stato introdotto con molta probabilità dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam ed ha devastato gli uliveti del Salento dove quest'anno sono andate perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce, con il crollo del 73% della produzione di olio di oliva. La produzione made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è invece minacciata da due insetti killer, il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il coleottero africano (Aethina tumida) che mangiano e rovinano il miele, il polline e, soprattutto, la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l'alveare. Ma c'è anche il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus originario dell'Asia che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004 e da allora si è dimostrato un vero flagello che ha interessato il verde pubblico e privato in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise.
"Con il cambiamento climatico sotto accusa è il sistema di controllo dell'Unione europea con frontiere colabrodo – denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l'ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell'Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni".