Milano 30 gen. – La spesa delle famiglie per gli asili nido arriva a raddoppiare passando da Nord a Sud. Per un bimbo che frequenta il nido tutti i giorni per almeno 5 ore di frequenza, si passa da un costo di 306 euro al mese a Reggio Calabria ai 690 euro di Milano. Dopo Milano, la città più cara è Padova, seguita da Pescara e Bari. E' quanto emerge da un'indagine di Altroconsumo basata sull'analisi dei servizi offerti da oltre 200 asili nido privati nelle città di Milano, Padova, Pescara, Bari e Reggio Calabria.
Nel capoluogo meneghino 1 ora di asilo nido costa in media 4,49 euro (più del doppio che a Reggio Calabria). Ma ci sono importanti differenze tra una zona e l'altra della città: ad esempio la zona 6 (Porta Genova – Navigli – Barona) con 4,12 euro all'ora è la più economica, mentre la più cara è il centro storico con 5,52 euro. In Italia sono oltre 13.000 le strutture che erogano servizi socio-educativi per la prima infanzia. I quasi 355 mila posti, il 51% offerto da strutture pubbliche e il 49% da private, costituiscono un numero esiguo rispetto alle esigenze delle famiglie italiane, dal momento che si riesce a coprire solo il 24,7% del potenziale bacino.
L'indagine di Altroconsumo ha considerato aspetti relativi ai costi, agli orari, agli spazi, alla modalità di preparazione dei pasti e alle attività proposte ai bambini, ma nei risultati non rientra la valutazione della qualità professionale degli educatori. Al di là dei costi, per quanto riguarda le attività offerte, l'inglese è tra quelle più gettonate, con picchi del 74% a Milano e del 70% a Bari, mentre la percentuale più bassa è quella di Padova (35%). Tra i nidi visitati sono state riscontrate strutture in cui si utilizza esclusivamente la lingua inglese solo a Milano e Padova. In quasi tutti i nidi vengono proposti giochi espressivi, come ad esempio teatro o musica, mentre i giochi d'acqua sono frequenti a Milano e Padova (quasi 70%); proprio nella città veneta spesso c'è anche l'orto (oltre 50%).
All'interno di quasi tutti gli asili nido c'è una zona di accoglienza e le aree per mangiare e riposare sono separate e in alcuni casi uno stesso spazio viene dedicato a più momenti della giornata. Ad esempio, a Padova la mensa è separata dalle altre attività nell'86% dei casi, mentre a Pescara solo nel 33%. A Bari e Pescara invece viene privilegiata la zona riposo (89% e 86% dei casi). Milano risulta la città più carente per quanto riguarda gli spazi esterni: il 29% infatti non ne ha uno.