Roma – Tra i modi di fumare, la sigaretta elettronica "è giudicata la meno nociva", quella tradizionale "è il prodotto considerato più nocivo", 'molto' e 'abbastanza' nel 94,8% dei casi. Al contrario, la 'e-cig' è il prodotto al quale viene attribuito "un minore effetto dannoso". E' quanto emerge Rapporto Italia 2020 di Eurispes nella sezione 'Vaping e tabacco riscaldato: le opinioni dei consumatori italiani'. Secondo l'indagine, il 66,4% dei fumatori intervistati ha completamente smesso di fumare le sigarette tradizionali dopo aver provato i prodotti senza combustione e il 22,6% ne ha diminuito il consumo.
Solo il 5,7% ha mantenuto invariate le proprie abitudini nonostante utilizzi anche questi prodotti, l'1,1% fa un uso associato di entrambi i prodotti senza combustione, mentre lo 0,8% ha ripreso a fumare esclusivamente le sigarette tradizionali. L'indagine è stata realizzata tra il 18 ed il 20 maggio 2019 tramite la somministrazione face to face di 265 questionari. "Poco più del 90% di chi consuma prodotti senza combustione usa la sigaretta elettronica – evidenzia l'Eurispes – il 3,4% preferisce i prodotti a tabacco riscaldato; mentre il 4,9% li utilizza entrambi. Gli uomini più delle donne utilizzano prevalentemente la sigaretta elettronica (92,6% contro 82,6%); le fumatrici scelgono invece più spesso l'utilizzo combinato di entrambi dei prodotti senza combustione (8,7% contro 4,1%)".
Nell'indagine è stato chiesto agli italiani come incidono i prodotti senza combustione sull'abitudine di fumare le sigarette tradizionali: "Il 66,4% dei fumatori dichiara di aver completamente smesso di fumarle dopo aver provato i prodotti senza combustione e il 22,6% ne ha diminuito il consumo – osserva il rapporto – Solo il 5,7% ha mantenuto invariate le proprie abitudini nonostante utilizzi anche questi prodotti, l'1,1% fa un uso associato di entrambi i prodotti senza combustione, mentre lo 0,8% ha ripreso a fumare esclusivamente le sigarette tradizionali".
"Il dato Eurispes rispecchia per grandi linee quanto già accade da anni nei nostri centri antifumo – ha affermato Riccardo Polosa, fondatore del Centro di ricerca per la riduzione del danno da fumo dell'Università degli Studi di Catania (Coehar) – Nonostante l'allarmismo diffuso anche dalle organizzazioni sanitarie più blasonate, resta confermato il fatto che le nuove tecnologie senza combustione a contenuto di nicotina aiutano i fumatori a smettere di fumare. Nel campione utilizzato, il 66% degli utilizzatori ha dichiarato di aver smesso di fumare completamente. Il fenomeno della doppia utilizzazione si rivela limitato solo al 6%. Sono dati confortanti che presumo siano la conseguenza dell'ottimale accoppiamento consumatore-prodotto, tipica della popolazione oggetto dell'intervista".