"Per quanto riguarda le nostre calzature uomo, che hanno un posizionamento lusso assoluto, con un servizio su richiesta di 'su misura', l'applicazione di dazi non ci preoccupa particolarmente, e in tal contesto siamo più che altro attenti a seguire i nostri clienti, specie lo spostamento dei molti manager decisi a tornare in US o in Europa continentale". Lo dichiara all'Adnkronos/Labitalia Gianni Gallucci direttore generale di Gallucci. L'azienda che nasce nel cuore del distretto calzaturiero marchigiano negli anni cinquanta, i due fratelli Giuseppe e Mario si specializzano nella produzione di scarpe ortopediche per bambini.
Successivamente negli anni sessanta decidono di innovare la produzione con scarpe più attente alla moda mantenendo caratteristiche per scarpe sane e confortevoli. Oggi con la seconda generazione Gianni continua la tradizione, iniziando a produrre anche scarpe da adulto di alta qualità. L'azienda con cinquanta dipendenti ed una distribuzione concentrata per la maggiore in Europa, Russia e Nord America, segue tutti i canoni della modernità industriale, è molto attenta alla salvaguardia dell'ambiente e delle persone, per questo è stata anche oggetto di studio dell'Università di Bologna, mantenendo sempre un know how di eccellenza, appreso da più di sessant'anni di esperienza. "I prodotti artigianali, ancora 100% made in Italy – continua Gallucci- sono molto apprezzati dagli inglesi, la nostra azienda lavora su due segmenti differenti in questo mercato , calzature uomo con il brand Gianni Gallucci e calzature bimbo con il brand Gallucci, che viene venduto sul territorio d'oltremanica da decenni".
"Staremo a vedere invece – sottolinea – per il secondo nostro segmento, ovvero le scarpe da bimbo. Infatti, anche se Il nostro brand è da sempre posizionato nei migliori punti vendita, come ad esempio Harrods o Selfridges , i clienti di questo prodotto, a differenza del primo, sono più sensibili al prezzo, ed è quindi possibile che la presenza di un dazio possa provocare qualche flessione sulle vendite". "Ciò nonostante – avverte – riteniamo sia indispensabile, forse ancora più di prima, rimanere presenti sul territorio, e a tal proposito stiamo sviluppando un progetto di pop-up store in collaborazione con i nostri partner".
L'imprenditore interviene anche sul Coronavirus. "Ho appena sentito, dal nostro ministro della Salute – dice – che il virus è stato isolato a Roma. Sono fiducioso nella sanità italiana e nelle ricerche scientifiche per cure e vaccini, siamo in allerta e speriamo di non dover adattare misure speciali nelle nostre aziende". "Per quanto riguarda le relazioni con la Cina – sottolinea – parlando di import, il problema non ci tocca perchè i nostri prodotti sono interamente fatti in Italia e non importiamo prodotti finiti ne semilavorati, per quanto riguarda l'export staremo a vedere ancora c'è incertezza, le informazioni che abbiamo sono ancora troppo frammentarie e confuse, e questa situazione genera un'inevitabile preoccupazione".