Vittoria – L’associazione Reset Vittoria raccoglie e rilancia l’accorato appello che arriva da una famiglia con un bimbo di cinque anni che da mesi chiede all’Asp di Ragusa la possibilità di potere contare su un’assistenza adeguata. Il bimbo non può essere inserito a scuola, a causa della sua patologia, e si ravvisa la necessità di un posto di riabilitazione degno di tal nome. “Solo che – spiegano dal direttivo dell’associazione Reset – nonostante le richieste avanzate, ci hanno fatto sapere che posti non ce ne sono e che le liste d’attese sono lunghe due-tre anni. E’ ammissibile una cosa del genere? Certo, se ci rivolgessimo a strutture private, tutto si risolverebbe nel giro di pochi giorni.
Ma stiamo parlando di una famiglia in condizioni economiche precarie, che ha bisogno di assistenza adeguata sul fronte pubblico. Sollecitiamo, dunque, l’azienda sanitaria provinciale a prendere a cuore la vicenda e a trovare una soluzione”. L’altro aspetto che Reset mette in evidenza ha a che vedere con l’assegno di cura che periodicamente l’Asp liquida alle famiglie in cui si trovano disabili gravissimi. “L’iter – chiariscono ancora dal direttivo – è che l’Asp eroga alle famiglie, nella maggior parte dei casi anticipando le risorse, somme che poi la Regione pensa a girare alle aziende sanitarie provinciali. Il problema che ci viene segnalato è che queste risorse economiche, di fondamentale importanza per assicurare il sostentamento alle famiglie che si occupano di aiutare i propri congiunti, sono corrisposte con più di qualche giorno di ritardo rispetto alla fine del mese creando più di qualche difficoltà.
Chiediamo, dunque, che l’erogazione di queste risorse economiche possa essere in qualche modo anticipato, favorendo le famiglie in questione che anche sul territorio vittoriese risultano essere in numero cospicuo”. Aggiunge il segretario cittadino di Reset Alessandro Mugnas: “Credo che in un paese civile come il nostro tutto questo sia inammissibile. Il solo fatto che si neghi l’istruzione a un bambino di 5 anni perché le istituzioni non sono in grado di supportare l’assistenza alle sue patologie è a dir poco abominevole. Non ci sono parole e la rabbia ci assale, sul piano morale, umano nonché politico.
Il pensiero che famiglie come queste debbano essere abbandonate a loro stesse, ci rammarica parecchio. E la questione degli assegni di cura non è da meno. Spieghi l’Asp di Ragusa perché in altre province sono arrivati a liquidare già gennaio e da noi si attende ancora. Non è una cortesia che viene fatta a queste famiglie. Anche perché già di loro hanno parecchie preoccupazioni e vorremmo che almeno non se ne aggiungessero delle altre. Ci auguriamo un intervento celere per le suddette questioni, altrimenti ci troveremo costretti a protestare in maniera diversa da questa “insieme alle famiglie”, tralasciando il lato pacato e civile: tanto oramai ci sembra che in tutta questa storia di civile sia rimasto ben poco.
I diritti vanno rispettati e quando si parla di assistenza alle disabilità non dovremmo perderci in chiacchiere come queste. Di tempo ne abbiamo perso anche fin troppo”.