L’avvento di Fratelli d’Italia (FDI) a Scicli è stato per la Città motivo di ripresa di quel dialogo che fa di una città una comunità democratica e aperta. FDI con il suo circolo cittadino ha da subito ribadito il proprio “non rifiuto” alla concessione della cittadinanza onoraria alla senatrice Segre, mentre, molti lo ricorderanno, ai tempi esprimemmo tutta la nostra perplessità affinchè fosse concessa a Lucano, le cui vicissitudini legali ci diedero poi ragione. Siamo consapevoli di parlare del nulla, posto che l’articolo uno del regolamento comunale permette la cittadinanza onoraria solo a coloro che “con le loro azioni abbiano contribuito ad accrescere il lustro ed il prestigio della Città”.
Citiamo l’articolo del regolamento e, per correttezza, notiamo che nell’aprile 2019 fu portata in commissione una proposta di modifica e che la stessa venne “totalmente emandata”, anche a firma di chi oggi ci accusa di razzismo. Ribadiamo che la cittadinanza alla senatrice Segre non cambia il nostro orizzonte, anzi ci incoraggia nella intitolazione di una via a Giorgio Almirante. Leggiamo il comunicato stampa del direttivo di Scicli Bene Comune in cui, ovviamente, viene ri-sottolineata la non conoscenza della storia e la non memoria dei fatti accaduti. Giorgio Almirante fu proprio fra i fautori della pacificazione nazionale negli anni di piombo e pose la ragione delle idee quale argine al proliferare delle ideologie del terrore.
Sono aspetti della Storia contemporanea che, evidentemente, gli estensori di quel comunicato stampa non conoscono e non intendono apprezzare per evidenti limiti di appartenenza faziosa. Non solo, si mostra di non aver inteso che FDI riconosce lo spessore della figura della senatrice Segre, testimone dolente di un genocidio esecrato unanimemente e proprio da Almirante fra i primi. Ricordiamo a Scicli Bene Comune e a tutti i cittadini che da quella parte di politica si ritrovano che non c’è un partito fascista all’orizzonte ma idee da discutere. Una storia da analizzare, semmai. Avete mai pensato a quante strade sono ancora oggi intitolate, in tutta Italia, a criminali comunisti eppure l’Europa si è pronunciata in questo senso “il comunismo è stato come il nazismo”, e non sentiremo mai un giornalista chiedere a Zingaretti se è comunista e se rimpiange la vecchia Unione Sovietica.
Dopo il voto di Strasburgo, avete mai pensato di sostenere una proposta di legge – per la dodicesima disposizione transitoria bis della Costituzione – che vieta la ricostituzione del Partito Comunista? Vedremo mai una trasmissione in tv sui crimini della resistenza nel triangolo rosso? Solo quando avrete tolto l’intitolazione di ogni piazza, strada o vicolo a despoti sanguinari potrete chiedere tutto ciò che volete. Non riempite le vostre menti solo della parola antifascismo. Essere nuovi, liberi, significa poter avere un giudizio storico sulle opere e le realizzazioni del fascismo diverso dal vostro e nessuno mai potrà togliere questa libertà. Di questi tempi, semmai, si deve considerare come anticamera della dittatura quella del potere finanziario che opprime i popoli come quella del potere unico che si espande fino alla cancellazione dei profili sui social.
Dittatura è anche umiliare la scelta democratica di un popolo infischiandosene del voto che ha relegato – e più volte- il PD all’angolo. Lo portate al governo e dite che è consentito dalla democrazia parlamentare. E avete la faccia tosta di affermare continuamente che i fascisti siamo noi. Basta! Mille volte basta! Basta, con il conformismo che dilaga e porta acqua al mulino di un regime che vediamo formarsi giorno dopo giorno. Chi pensa di metterci all’angolo con un dibattito datato – il problema non sono le mille stesse domande di tutti i giorni – è fuori dalla realtà. Perché gli italiani non li fermerete di certo con la demagogia. Non umilierete più gli sciclitani rifiutando di esporre le bandiere a mezz’asta nel giorno della commemorazione delle vittime delle Foibe.Oggi si, siamo in dittatura.