Il banditismo in Sicilia, i reparti speciali dei carabinieri e le epiche gesta di un passato non troppo lontano: a ragusa riuscito il convegno proposto mentre e’ in corso la mostra che proseguira’ sino a domenica 8 marzo. Il 1° maggio 1947, a Portella della Ginestra, nell’entroterra palermitano, dodici braccianti agricoli che partecipavano alla Festa del lavoro furono uccisi dalla banda di Salvatore Giuliano. L’eccidio suscitò una profonda emozione in tutta Italia e provocò uno strascico di violente polemiche nella ricerca dei mandanti. Datosi alla macchia nel 1943, dopo aver ucciso un carabiniere, Giuliano – con la complicità della mafia – era stato arruolato, con il grado di colonnello, nell’esercito volontario per l’indipendenza siciliana. Successivamente aveva organizzato una banda di criminali evasi dal carcere di Monreale.
Da allora il bandito di Montelepre era stato protagonista di molti episodi criminali, ma era sempre sfuggito alla cattura, coperto anche dall’omertà di molte persone. Il 19 agosto 1949, dopo un attacco degli uomini del bandito Giuliano alla caserma dei Carabinieri di Bellolampo (già assaltata da Giuliano quattro anni prima), un camion pieno di uomini del 12º Battaglione Mobile Carabinieri di Palermo, inviato in rinforzo, saltò in aria su una mina in località Passo di Rigano. Morirono sette carabinieri e undici restarono feriti. La guerra dell’Arma contro il bandito fu, da quel momento, senza esclusione di colpi.
E’ questa una delle pagine più tragiche, e allo stesso tempo più epiche, raccontata in occasione di uno dei momenti di approfondimento della mostra dedicata ai “Reparti speciali dei carabinieri impegnati nella lotta al banditismo in Sicilia, 1943-1950”. Nel 1943 le bande in Sicilia erano 37 e tra il 1943 e il 1950, anno di morte di Giuliano, furono uccisi 84 carabinieri, 26 poliziotti e 4 soldati della divisione Sabauda. Il convegno inaugurale, ospitato nell’auditorium della Camera di commercio di Ragusa, guidato da Gianni Iurato, cultore di storia locale nonché collezionista di militaria, è stato animato dalla relazione degli esperti Alessandro Bongiorno, Carmelo Occhipinti e Giorgio Flaccavento i quali hanno illustrato al numeroso pubblico presente (una partecipazione così consistente era per certi versi inaspettata) il contesto storico-politico-sociale in cui il banditismo in Sicilia ha attecchito.
In sala presente anche il maresciallo Nocchiero, oggi 92enne, probabilmente l’ultimo carabiniere ancora in vita che dal 1949 al 1950 ha fatto parte dei reparti speciali Cc comando forze repressione banditismo impegnato proprio sul territorio di Montelepre. Tra i presenti, inoltre, anche il maestro cantastorie Giuseppe Castello che con le sue “storie-cantate” ha commosso i presenti riportandoli indietro nel tempo e trasformando l’auditorium della Camcom nella piazza di un qualsiasi paesino siciliano degli anni Cinquanta. Subito dopo ci si è spostati a inaugurare la mostra ospitata nella sede dell’associazione nazionale combattenti di piazza Libertà, angolo viale del Fante.
Qui i visitatori hanno avuto modo di apprezzare i vari cimeli storici esposti che hanno il precipuo obiettivo di guidare i visitatori nella conoscenza di eroi e avvenimenti inediti che, rispetto al tema trattato, contribuiscono a tramandare e a tenere viva la memoria. La mostra rimarrà aperta sino a domenica 8 marzo e può essere visitata dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 20, il sabato e la domenica dalle 9 alle 13 e dalle 17 alle 20. Le visite scolastiche sono in programma generalmente nelle giornate di sabato su prenotazione. Per informazioni è possibile contattare il 339.2519184.