Tomato Brown Sugar Virus o coronavirus del pomodoro, Foti e Marano (M5S): Regione costituisca un comitato di crisi con i servizi fitosanitari. Si è tenuta all'Ars un'audizione fiume in terza commissione per parlare delle problematiche per gli operatori del settore legate all’allarme diffusione del tomato Brown sugar virus. A tal proposito le deputate regionali del Movimento Cinque Stelle Angela Foti e Jose Marano hanno presentato una interrogazione al presidente della Regione e all'assessore regionale all'Agricoltura per chiedere quali interventi vi siano in atto per contrastare l'arrivo in Sicilia del pericoloso Tomato Brown rugose fruit virus.
Si tratta di un virus pericoloso e facilmente trasmissibile sin dal seme e anche attraverso la proliferazione dei batteri divenendo potenzialmente dannoso per le produzioni di pomodori isolane. “Vogliamo sapere quali misure sta mettendo in campo la Regione – chiedono Foti e Marano – perché siamo dinanzi a un virus particolarmente aggressivo, ritrovato ancora solo in alcune zone del ragusano e del siracusano, ma potenzialmente devastante per il settore agricolo”. “Il Tomato Brown rugose fruit virus distrugge il prodotto rendendo il pomodoro deformato, irregolare e quindi non commerciabile e la trasmissione può avvenire anche per contatto determinando una sua ampia proliferazione.
Inoltre, può anche intaccare le coltivazioni di peperoni. Per questa ragione è fondamentale che la Regione tenga alta la guardia: la Francia lo sta già facendo e ha emanato una serie di raccomandazioni per evitare la diffusione del virus e ha incrementato le misure di sorveglianza.” “Riteniamo – sottolineano le deputato – che sia indispensabile istituire un comitato di crisi coinvolgendo i servizi fitosanitari regionali, le associazioni di categoria e tutti gli attori della filiera”. “Inoltre – conclude Marano – ho chiesto in commissione di utilizzare il sito internet dell'assessorato all'Agricoltura affinché si avvisino i produttori e si raccolgano eventuali segnalazioni sulla presenza del virus sul territorio. Non possiamo permettere che un settore già fortemente provato dalla crisi, dalla concorrenza sleale, dai cambiamenti del clima possa subire l'ennesimo colpo”.