Roma, 22 feb. – Tensioni al tavolo di maggioranza sul salario minimo orario. Il confronto infatti segna il passo e un accordo su un possibile Ddl, da presentare alle parti sociali, tra M5S, Pd, Leu e IV viene aggiornato all'incontro che probabilmente si terrà lunedì prossimo. Oggetto del contendere la soglia di riferimento, ma non solo, da cui far partire il salario minimo orario: la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo infatti è tornata, a quanto si apprende, a proporre quei 9 euro lordi che venerdì scorso, nel primo round di maggioranza, erano stati tolti dal tavolo per favorire un dialogo e sostituiti dalla previsione di un trattamento minimo non inferiore al 70% della mediana delle retribuzioni previste dai contratti collettivi principali.
Per il M5S si dovrebbe infatti tornare a calcolare la soglia con un valore fisso in euro: l'unica che potrebbe assicurare un intervento equo. La proposta che infatti Catalfo avrebbe presentato al tavolo considera come 'retribuzione complessiva sufficiente' il trattamento economico minimo orario definito dal contratto collettivo nazionale in vigore, stipulato dalle associazioni dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale, non inferiore ai 9 euro lordi. L'interlocuzione nella maggioranza va comunque avanti nella ricerca di una soluzione condivisa da portare all'esame delle parti sociali. Nuovo round dunque con molta probabilità lunedì prossimo 24 febbraio che dovrà fare il punto anche su altri dossier esaminati: sicurezza, pensioni, ammortizzatori e formazione.