Ragusa – Domani e domenica al Donnafugata di Ibla il ragusano Giuseppe Ferlito porta in scena la storia di Danny Boodmann t.d. Lemon Novecento. “Novecento” è un atto unico in cui musica, poesia ed armonia si fondono in modo avvincente e convincente. Un testo di “parole” che penetrano l’anima commuovendola ed arricchendola di musica e buoni sentimenti. “Novecento”, dal testo di Alessandro Baricco, con la regia di Franco Giorgio, produzione del Centro Teatro Studi di Ragusa, torna in scena domani, sabato 29 febbraio, alle 21, e domenica 1 marzo, alle 18, al Donnafugata di Ibla.
La scena è di grande impatto emotivo ed evocativo: un piccolo pianoforte volteggia in alto, una cassa di tritolo e la scatola dove viene abbandonato il piccolo “Novecento”. E’ ancora una volta l’attore Giuseppe Ferlito a interpretare magistralmente il trombettista Max, migliore amico del più grande pianista della storia, Danny Boodman T.D. Lemon, al secolo “Novecento”, che visse l’intera sua vita e morì esplodendo insieme ad esso, sul transatlantico Virginian. Abbandonato ancora neonato sopra il pianoforte, cresce accudito dall’intero equipaggio e impara a suonare magistralmente quello strumento sul quale venne adagiato.
La grande dignità scenica e l’istrionicità dell’attore Giuseppe Ferlito permette a quest’ultimo di interpretare tutti i personaggi dell’equipaggio: il capitano, il timoniere cieco, il marconista balbuziente, il medico dal nome difficile da pronunciare, il cameriere stupido e ridanciano. L’attore ballerà, canterà, si muoverà con armonia ed eleganza per incantare un pubblico che sarà assorto nella poesia dell’interpretazione. Da segnalare quanto sia commovente l’incontro di Max e Novecento sul Virginian prima che lo facciano esplodere perché troppo mal ridotto dalle armi di guerra: per Danny Boodman T.D. Lemon quel transatlantico rappresentava la vita, l’intero suo universo ed oltre.
Non aveva mai toccato la terraferma proprio perché non ne aveva mai sentito il bisogno: il Virginian era l’unico motivo di esistere e di morire. Un lavoro teatrale assolutamente da vivere per chi non l’ha ancora fatto e da rivedere per chi ha avuto già occasione di assaporarne le emozioni.