Milano, 12 mar. – Spostamenti vietati se non per comprovate necessità e carenza di posti letto negli ospedali. "E' proprio in un momento delicato come questo che", nell'Italia alle prese con l'emergenza coronavirus, "l'assistenza domiciliare può offrire risposte evolute e di sistema ai pazienti, aiutandoli a completare il loro percorso di cura nel luogo più accogliente, familiare e sicuro: la propria abitazione". E' la riflessione proposta da Gemelli a casa, il nuovo servizio di assistenza domiciliare in regime privato che si rivolge ai cittadini di Roma, offrendo "una pluralità di prestazioni socio-sanitarie grazie a un'èquipe multidisciplinare".
"I professionisti degli ospedali italiani stanno dimostrando il loro valore scientifico, tecnico e anche umano, dando fondo a tutte le capacità e a tutte le energie che la situazione richiede – afferma Roberto Bernabei, presidente di Gemelli a casa – In alcuni reparti ospedalieri, forse più che in altri, si arriva anche ad atti di piccolo eroismo personale, ma il modello ospedaliero non è l'unico o il migliore che abbiamo a disposizione".
Specie in tempi di Covid-19, che "può avere effetti fatali per la popolazione fragile, ultra75enne e già affetta da patologie pregresse. Per questa tipologia di pazienti – evidenzia una nota – modelli tradizionali basati sui posti letto (grandi ospedali, reparti affollati, residenze per non autosufficienti) potrebbero diventare un ulteriore problema, sia in termini di prevenzione che di cura. Il modello domiciliare può rappresentare un valido supporto a tutto il sistema sanitario".
Secondo Bernabei, "escludendo i ricoveri per acuti, in emergenza e/o in terapia intensiva, il luogo privilegiato per la prevenzione o per la presa in carico del paziente è la propria casa. Il modello di riferimento domiciliare massimizza i risultati. I nostri professionisti lavorano secondo un modello end to end: utilizzando piattaforme digitali da un normale telefono o tablet portato al domicilio, tengono sotto controllo la storia clinica, le patologie, i farmaci utilizzati, le prescrizioni dei medici di tutti i pazienti in qualsiasi momento del giorno".
"Tutti gli interventi sono pianificati in centrale operativa – prosegue Bernabei – e gli infermieri o i fisioterapisti non hanno alcuna necessità (perlomeno per brevi periodi di 15-30 giorni) di ritornare in ospedale o in struttura sanitaria per avere qualsiasi informazione strategica per la presa in carico o la cura; hanno già tutto a disposizione, compreso il tele consulto medico o la possibilità di controllare i risultati di laboratorio. Sono in grado di intervenire nel posto giusto con la modalità giusta e a costi bassi".
"La necessità fondamentale – continua la nota – rimane quella di poter curare i pazienti senza rischiare di far propagare il virus, contenendo quanto più possibile i contagi. Gli stessi operatori sanitari devono essere messi nelle condizioni di non essere contagiati e, a loro volta, non devono diventare un veicolo di trasmissione".
Sottolinea a questo proposito il presidente di Gemelli a casa: "Un professionista sanitario sano e formato, che utilizzi tutti i mezzi e le procedure di protezione che ormai conosciamo, azzera il rischio di contagio". E "rispetto agli altri regimi di cura, certamente l'assistenza domiciliare riduce drasticamente ogni rischio". "Molti Paesi al mondo – conclude Bernabei – hanno già dimostrato che l'assistenza domiciliare ha il miglior rapporto qualità/efficacia/ prezzo, non vi sono dubbi. Ed anche nei momenti di crisi ciò va comunque considerato".