Pozzallo – Il sindaco di pozzallo, Roberto Ammatuna, chiede al capo della protezione civile nazionale e regionale di poter utilizzare anche le strutture alberghiere per le persone soggette a quarantena. Ecco la lettera del sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna. Mi rivolgo a Lei, in questo momento di grande difficoltà, per chiedere un Suo autorevole intervento che, a mio modesto parere, potrebbe contribuire a limitare la diffusione del Covid-19 che sta funestando il mondo intero.
A Pozzallo, grazie al grande senso di responsabilità dei miei concittadini e al grande impegno delle forze dell’ordine, la situazione risulta essere sotto controllo. Purtuttavia vorrei portare alla Sua conoscenza un aspetto fortemente caratterizzante della vita di questa realtà territoriale, che rappresenta l’estremo lembo meridionale del territorio nazionale. La città che mi onoro di amministrare ha una forte peculiarità che la distingue da tante altre realtà locali sia in ambito regionale che nazionale: i pozzallesi, da sempre, svolgono in maniera massiccia attività lavorative in ogni parte del globo.
Basti pensare a quanti lavorano sulle navi della marina mercantile o da crociera, a chi presta la propria opera nei cantieri navali sparsi in ogni angolo della terra o ai tecnici che garantiscono il funzionamento di importanti imprese. Tutto ciò comporta che la città si trova coinvolta, più di altre, dal ritorno di questi concittadini al luogo di residenza, tant’è che si è già raggiunta una cifra attorno alle 400 persone in isolamento volontario e certamente non si è ancora esaurito il flusso. Già da qualche giorno avevo avanzato l’idea di reperire strutture ricettive, di diversa grandezza, per destinarle a luoghi dove ospitare i rientranti senza mettere a rischio la salute delle loro famiglie e dei cittadini tutti.
E’ di ieri la richiesta accorata, solo per fare uno dei tanti esempi, di un gruppo di lavoratori pozzallesi che, a causa del blocco delle navi da crociera, sono rimasti a Miami e a Cadice e saranno riportati in patria dalla Farnesina giorno 24 marzo. Chiedono la stessa cosa che chiedo da giorni: di rientrare nel paese di origine senza mettere a rischio la salute dei propri cari e dei loro concittadini. Molti di loro non possiedono una seconda casa dove potersi isolare con tranquillità ed il più delle volte la loro unica abitazione non possiede le caratteristiche per garantire le prescrizioni previste.
Aggiungo, inoltre, che un luogo comune destinato all’isolamento di queste persone garantirebbe certamente un controllo più semplice alle forze dell’ordine. Visti i poteri che Le sono stati conferiti dall’art. 6 del Decreto 17 marzo 2020 n. 18, Le chiedo nel caso lo ritenga opportuno e per le motivazioni esposte precedentemente di intervenire con la requisizione di strutture ricettive capaci di ospitare in sicurezza chi rientra nella propria residenza, in modo da contribuire alla sicurezza di tutti.