Padova, 24 marzo 2020 «In questo momento di profonda emergenza, in cui anche le aziende stanno combattendo contro un nemico invisibile per continuare a produrre, c'è ancora qualcuno che pensa alla formazione», afferma Matteo Sinigaglia, direttore generale di Fòrema Padova, che si è imposta nel tempo come una tra le maggiori società di formazione del sistema confindustriale italiano e punto di riferimento per la crescita delle persone e della competitività delle imprese del territorio, grazie allo sviluppo di un know-how e di servizi sempre più innovativi.
«Come descritto da Nicholas Talbot nel suo affascinate libro 'L'Antifragilè – ricorda – sappiamo che la nostra incapacità di comprendere a fondo i fenomeni umani e naturali ci espone al rischio di eventi inaspettati. E l'incertezza non è solo una fonte di pericoli da cui difenderci: siamo capaci di trarre vantaggio anche dalla volatilità e dal disordine, persino dagli errori, e diventiamo quindi antifragili. Quest'aspetto i nostri imprenditori lo hanno compreso subito, dimostrando una reazione positiva, pronta e inaspettata al momento di crisi che stiamo vivendo».
«L'emergenza causata – spiega Sinigaglia – dall'arrivo del virus Covid-19 in Italia sta infatti dimostrando una risposta straordinaria dell'intero sistema industriale, in particolare in ambito smart working e formazione digitale. Tutti hanno immediatamente capito che il coronavirus come è arrivato a un certo punto se ne andrà, facendoci tornare a uno stato di minor tensione. Ci lascerà fiaccati, in difficoltà economica e con il morale a pezzi, ma con uno smart working, formazione a distanza e digitale assolutamente aumentati e sviluppati, che sono andati a colmare un gap di almeno un decennio».
«Sembra paradossale – osserva il direttore generale di Fòrema Padova – ma nel mondo del cigno nero dominato dal caos, tra le priorità delle aziende vi è ancora quella di riuscire a gestire le preoccupazioni e le difficoltà che creano ansia nelle proprie risorse umane, avviando tutte le azioni necessarie a configurare un'apparente condizione di normalità». «Molte realtà imprenditoriali – ricorda – stanno sfruttando questo momento affinchè la discontinuità organizzativa non sia un evento che impatti frontalmente sul dipendente, ma costituisca un percorso progressivo di decostruzione e ridefinizione dell'intero ecosistema aziendale». «In quest'ambito – sottolinea – la trasformazione tecnologica e digitale, imposta forzatamente dall'emergenza corona virus, diventa sempre più centrale, capace di creare relazioni in modo più veloce, pervasivo e profondo con l'individuo. Ecco perchè la richiesta di formazione non si è mai fermata, anzi direi che i segnali sono tutti a favore di un trend positivo, basato tuttavia su strumenti nuovi e specifici contenuti legati al contesto attuale».
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