Milano – "In Lombardia l'82% dei ricoverati in Terapia intensiva" per Covid-19 "sono maschi. E i dati generali mostrano che c'è una differenza di più di due volte nella mortalità e nelle patologie gravi fra uomini e donne. E' indubbio: l'universo femminile resiste meglio" agli attacchi del nuovo coronavirus. Parola dell'immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e docente di Humanitas University che all'Adnkronos Salute spiega come i motivi di questo 'vantaggio rosa' vadano ricercati tra geni e ormoni. "Ci sono tre possibili spiegazioni", sostiene lo scienziato.
"La prima la riassumo con il titolo di un libro di Carlo Selmi", specialista di Humanitas e docente dell'ateneo, "in uscita tra qualche settimana: 'Fortissime', riferito alle donne e al loro sistema immunitario. Noi sappiamo – spiega che alcune risposte immunitarie sono messe in campo con maggior vigore dalle donne rispetto agli uomini. Questo ha un senso da un punto di vista evolutivo: le donne passano gli anticorpi al prodotto del concepimento attraverso la placenta. Insomma c'è un significato preciso". La seconda spiegazione, prosegue Mantovani, "ha a che fare con la genetica e potrebbe essere ricercata in alcuni dei geni che controllano l'entrata del virus, cioè il sasso a cui si attacca l'àncora del virus e che lo fa fondere.
Due di questi geni si trovano sul cromosoma X o sono regolati dagli ormoni femminili e sono direttamente coinvolti nell'invasione" del patogeno all'organismo. "Restando sulla stessa linea della genetica, sul cromosoma X ci sono anche alcuni geni della risposta immunitaria e quindi quel primo punto che evidenzia un aspetto evolutivo ha anche una faccia genetica". La terza spiegazione, ragiona Mantovani, "ha conseguenze pratiche importanti. Sappiamo tutti che chi ha più problemi con la Covid-19 sono gli over 60. Ebbene, in quella generazione fumavano molto di più i maschi che non le femmine.
E il fumo danneggia i polmoni. Quindi nella lotta contro il virus è come se gli uomini in questo range di età che hanno fumato partissero per una maratona con un handicap di qualche chilometro". Purtroppo, conclude lo scienziato, "con gran tristezza devo dire che adesso le giovani donne fumano quanto e più degli uomini. Il mio messaggio è: non fumate, per voi e per gli altri".