Roma – Scuola e coronavirus, maturità e terza media: decreto per esami light. E’ quanto si evence dalle ultime parole pronunciate dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. La settimana appena cominciata sarà decisiva per il futuro delle scelte delle scuole. A stabilire le fasi scolastiche naturalmente è sempre l’emergenza Covid 19. Questa settimana si stabilirà una nuova data per la proroga della chiusura delle scuole. Già è stato ipotizzato il rinvio di qualche settimana dalla data annunciata precedentemente ovvero il 3 aprile.
Tra le ipotesi c’è anche quella del rinvio a dopo Pasqua, se non addirittura ai primi di maggio, ma sarà il premier Conte ad annunciare la nuova data di apertura. In settimana si saprà anche il destino di mezzo milione di studenti che dovranno affrontare gli esami di maturità e gli esami di terza media. Sugli esami al momento c’è una sola certezza ovvero che saranno diversi rispetto agli anni precendenti. Ad annunciarlo, ieri, è stata la ministra Lucia Azzolina in una diretta social rivolta agli studenti: «Stiamo lavorando all’esame di Stato e a breve vi daremo tutte le risposte. Abbiamo bisogno di un veicolo normativo che ci permetta di modificare il decreto legislativo 62 del 2017, sull’esame di Stato e l’esame di terza media».
Ha poi confermato che per l’esame di Stato sarà previsto un presidente esterno e i commissari tutti interni: la scelta della commissione interna è dettata dalla necessità, di contrasto al contagio, di non far spostare decine di migliaia di docenti da una sede all’altra ma anche perché i professori, che in queste settimane di didattica online stanno lavorando a distanza con i ragazzi, sanno bene fin dove hanno svolto il programma e quindi potranno valutare in maniera più realistica gli esiti delle prove. Si pone infatti in questa fase anche il problema della valutazione con cui portare i candidati all’esame: il decreto legislativo a cui fa riferimento la ministra e su cui serve una deroga prevede, infatti, che l’ammissione all’esame sia subordinata alla partecipazione alle prove Invalsi, alla frequenza del 75% del monte ore annuale di lezione in classe e prevede anche nuove norme in materia di valutazione degli apprendimenti e del comportamento.
Salterà sia il limite massimo di assenze sia l’obbligo del test Invalsi. Tra le incognite che il Miur dovrà chiarire, ci sono anche le misure di valutazione nelle singole materie e nella condotta. Non solo, da sempre lo spauracchio della maturità è la seconda prova scritta, peraltro multidisciplinare con greco e latino insieme, matematica e fisica o due lingue straniere: sarà difficile preparare una prova nazionale, uguale per tutti.