Ragusa – Brutta, veramente brutta, la storia del rapporto tra il Comune di Ragusa e la Ati Lamco, nome ai più sconosciuto ma il cui operato, a quanto sta man mano emergendo, è andato a detrimento delle tasche dei ragusani. In una nota ufficiale di Palazzo dell’Aquila apprendiamo che il nostro Comune “ha formalizzato la risoluzione per inadempimento del rapporto contrattuale con la Associazione Temporanea di Imprese costituita da Lamco s.r.l. (società mandataria), Andreani Tribuiti s.r.l. e Novares s.p.a. (società mandanti), con oggetto la realizzazione di una anagrafe immobiliare, tributaria e territoriale per la gestione del territorio, la gestione dell'idrico e l'incremento delle entrate ordinarie (ICI, Tarsu e Idrico) del Comune di Ragusa stipulato in data 26 marzo 2014”.
Poi, la nota stampe dell’Ente spiega “il rapporto ha, sin dalla sua origine, avuto uno sviluppo controverso ed era stato oggetto di revisione nel marzo 2018, allorquando erano già emerse criticità e anomalie. La decisione è stata infine assunta all'esito di un iter amministrativo di contestazione di addebiti avviato nei mesi scorsi anche sulla base delle risultanze di una consulenza economico/giuridica commissionata al Dipartimento di Economia della Università di Catania, tenuto conto dei gravi inadempimenti contrattuali della contraente Associazione Temporanea d'Imprese, ed in considerazione altresì del contrasto insanabile che si è registrato tra gli stessi componenti dell'ATI”.
Ma, a fare la storia più dettagliata di tale “rapporto controverso” è il segretario cittadino del movimento civico Territorio, Michele Tasca che una volta tanto, dopo le critiche degli ultimi tempi, “plaude all’azione del Comune nei confronti dell’ATI LAMCO, già perorata all’insediamento del Sindaco Cassì”. Tasca ricorda, senza lesinare critiche alla precedente amministrazione 5 stelle, che si è trattato di “un contratto che non doveva essere firmato, con clausole assurde a svantaggio del Comune e dell’utenza. Quello che doveva essere un progetto avanzato, moderno, in linea con le tendenze di diversi comuni italiani, finalizzato ad ordinare il settore dei tributi locali, all’insegna del ‘pagare tutti per pagare di meno’ fu del tutto vanificato dall’assurdo contratto accettato dai 5 Stelle. Il progetto era quello della realizzazione di una anagrafe immobiliare, tributaria e territoriale per la gestione del territorio, la gestione dell'idrico e l'incremento delle entrate ordinarie (ICI, Tarsu e Idrico) del Comune di Ragusa, un progetto voluto dall’allora Sindaco Nello Dipasquale, oggi deputato regionale del Partito Democratico, che voleva mettere ordine in un settore delicato per la sopravvivenza economica dell’ente”.
Tasca dopo aver ricordato che “i grillini cestinarono non pochi progetti dell’ex sindaco” constata che “stranamente, e inopinatamente, conservarono e adottarono, invece, il progetto della LAMCO, che risultava vincitore del bando istruito dall’ex sindaco, bando che aveva, poi, lasciato alla gestione commissariale per i successivi espletamenti che avrebbero dovuto portare alla firma. Ma le clausole contrattuali, che furono inserite per la firma, risultarono assurde e vessatorie per il Comune, ci furono, al tempo, tentativi per distogliere i nuovi amministratori dalla firma di un contratto che non convinceva nessuno, ma fu tutto inutile”.
Infine, Tasca sottolinea il punto nodale della vicenda “ Territorio, in particolare, ha segnalato, il grave particolare dell’appendice, aggiunta successivamente alla stipula del contratto, dall’allora dirigente del settore tributi, non abilitato giuridicamente a tale sottoscrizione, che modificò le condizioni contrattuali: l’appendice provocò non pochi dubbi interpretativi sul compenso spettante alla ATI LAMCO, che il nuovo dettato assegnava alla ditta sull’accertato e non sull’incassato, come prevedeva l’originaria stesura del contratto, compenso fissato, in maniera incredibile, nel 42,5 % dell’accertato, al netto delle premialità di obiettivo”. Poi la conclusione “ci sono state importanti conseguenze sulle casse dell’Ente per queste scelte scellerate, finora, buona parte del ricavato dagli accertamenti è servito solo per pagare il compenso alla ATI – LAMCO, senza un reale beneficio per il Comune. Oggi non si può che reiterare la proposta di utilizzare il personale interno, adeguatamente motivato e formato, per mettere ordine in un settore che solo da poco mostra di essere gestito con competenza, professionalità e acume politico”: Anche i due consiglieri democratici Mario Chiavola e Mario D’Asta intervengono sulla vicenda affermando “anche noi abbiamo contribuito a dare una spallata per l’interruzione di questa esperienza. ma quali saranno, adesso, le scelte per il futuro?”
Chiavola e D’Asta ripercorrono anch’essi la storia del rapporto contrattuale tra Comune e Lamco, ricordano “le iniziative comunali da noi assunte per stigmatizzare questa ingiustizia tributaria e l’atteggiamento aggressivo da parte degli accertatori Lamco, senza che le amministrazioni in carica avessero mai assunto posizione su quanto si verificava”, ma soprattutto pongono una serie di domande di primaria importanza “si apre, però, più di una maglia: adesso, infatti, quali saranno le scelte future dell’amministrazione comunale rispetto al compito che era stato affidato all’Ati Lamco? Si adotteranno altre strade?
Oppure si cambierà completamente visione? E sui soldi versati ingiustamente dai ragusani ci sarà un rimborso? Sono degli interrogativi importanti a cui rispondere perché facciamo riferimento, comunque, al di là di come lo stesso sia stato gestito proprio dall’Ati Lamco, a un settore che merita la massima attenzione oltre che una operatività all’altezza della situazione, garantendo che possa essere fatto ordine sulla delicata materia. I nostri sono degli interrogativi che meritano delle risposte. Continueremo a seguire la questione con la stessa determinazione di questi anni”. (da.di.)