Ragusa – Settimana, quella che si chiude, e che peraltro ha segnato il passaggio, inosservato, dal mese di marzo a quello successivo, senza i classici scherzi del primo di aprile, settimana, dicevamo, frenetica a Palazzo del’Aquila che si è trovato ad affrontare e gestire al meglio l’emergenza sociale ed economica a fianco dell’Asp che ha invece fatto fronte, senza dare segni di incertezza o cedimenti, a quella sanitaria. E come sempre in tempi di emergenza, e al cronista magari dispiace segnalarlo, ma è suo preciso dovere, qualche disguido si è presentato.
Per esempio una nota del sindaco aveva affermato che “per quanto riguarda i farmaci è bene chiarire che la rete offre assistenza diretta, acquistando i medicinali e recapitandoli all’utente tramite i propri volontari. Il buono spesa infatti non dà diritto al resto in caso di costo del prodotto inferiore al valore del buono stesso”. L’affermazione era suonata come una implicita risposta alla proposta del movimento civico Territorio che aveva chiesto “che anche farmacie e parafarmacie venissero inserite fra gli operatori che possono accettare i buoni spesa dell’emergenza coronavirus previsti dall’apposito decreto della Protezione Civile e che ugualmente tali esercizi potessero inoltrare manifestazione di interesse al bando emanato dal Comune”.
Poi, nella giornata di sabato 4 aprile ancora un comunicato stampa di Palazzo dell’Aquila informa che “è ancora possibile presentare le istanze di manifestazione di interesse per la fornitura di prodotti alimentari e generi di prima necessità che saranno assegnati tramite buoni spesa nominali, a favore di soggetti esposti agli effetti economici derivati dall'emergenza epidemiologica Covid-19. In riferimento infatti all’avviso pubblicato sul sito istituzionale dell’Ente rivolto agli esercizi commerciali, farmacie e parafarmacie comprese, operanti nel Comune di Ragusa, l’Amministrazione comunale fa presente che anche se il termine di presentazione di manifestazione di interesse era fissato per il 3 aprile scorso, è ancora possibile aderire così come, tra l’altro, è specificatamente indicato nell’avviso stesso”.
Sistemata dunque la questione farmacie e parafarmacie, i più malevoli si sono chiesti perchè non fosse stato pubblicato l’elenco, o anche solo il numero, degli esercizi commerciali che hanno risposto alla manifestazione in questa prima fase con scadenza venerdì 3 aprile, fermo restando la possibilità di aderire anche dopo tale termine. Nel frattempo le forze politiche di opposizione fanno sentire la loro voce. I due consiglieri democratici Mario Chiavola e Mario D’Asta chiedono “di potenziare la rete di solidarietà del comune di Ragusa dislocando alcune unità di personale dai servizi che per ora risultano essere inattivi”.
I due consiglieri sottolineano “di avere preso atto di alcune situazioni di criticità riguardanti il numero unico attivato in questi giorni dall’ente di palazzo dell’Aquila e che consente alla collettività di potere usufruire del servizio di supporto svolto dai volontari della Protezione civile e non solo” e consigliano “sarebbe opportuno, ad esempio, che il personale in forza a quei settori che, attualmente, per forza di cose, stante l’attuale blocco di tutte le attività, risultano essere non produttivi, possa essere dislocato a supporto di chi già opera per la rete di protezione e solidarietà, così da garantire manforte a chi si sta adoperando per espletare il servizio nel migliore dei modi. Ci risulta che alcune famiglie non riescono a contattare il servizio preposto.
Sarebbero pochi gli operatori, a fronte del numero di chiamate che arrivano, che raccolgono le istanze. Ed è stato segnalato anche che il numero è quasi sempre occupato. Quindi, trasferendo temporaneamente alcune unità di personale, si garantirebbe l’auspicato potenziamento del servizio. Dovrebbe essere una strada da percorrere in tempi rapidi. Almeno lo auspichiamo”. Anche il movimento civico Territorio interviene criticamente “non si conosce l’elenco dei negozi convenzionati, il cui termine di convenzione scadeva venerdì, alle 14, ci sono enormi difficoltà per mettersi in contatto con gli uffici attraverso l’unico numero abilitato, sempre venerdì, nessuno rispondeva al telefono, c’è una confusione fra spesa fornita in natura dalla Caritas, buoni spesa erogati dai supermercati e buoni spesa da erogare, numerati o nominativi, per come indicato dall’ordinanza della Protezione Civile, oltre a non capire che fine faranno le donazioni e a chi saranno riservate, con quali criteri e con quali priorità.
Ci sono troppe cose che attendono risposte chiare”. Il rilievo principale che Territorio muove al sindaco è comunque la mancanza di una visione d’insieme “manca, soprattutto, un chiarimento su quelle che saranno le strategie che vuole adottare il Comune di Ragusa, quali che esse siano, non vogliamo contestare le strategie, ma sapere, almeno, quali sono, per dare risposte alla gente: per molti, non è facile stare chiusi in casa, con le attività bloccate, senza soldi, senza lavoro, senza capire come andrà a finire. Si moltiplicano i casi di anziani e di persone in difficoltà che brancolano nello smarrimento generale. Si moltiplicano le richieste di intervento per questo o quel settore, si moltiplicano le sollecitazioni al governo regionale, si va verso la pericolosa deriva di dimenticare i rischi dell’emergenza sanitaria per cercare di sopravvivere.
Forse, la burocrazia, nella nostra città, sta, ulteriormente allungando i tempi, ove possibile, sarebbe opportuno esplicare quelle che possono essere le strategie. La gente sente che in altri comuni si stanziano somme sostanziose, per gli affitti residenziali, per gli affitti commerciali, per la sospensione dei tributi, da noi poche e scarne notizie su interventi che, è di tutta evidenza, sono limitati, parziali, esitanti, non risolutivi, non in grado, in ogni caso, di dare fiducia per il futuro prossimo”. Infine, per Territorio, “manca un filo diretto con la città, che non può essere solo quello delle apparizioni del Sindaco, occorre che parlino anche gli assessori, occorre che parlino, ufficialmente, anche i consiglieri, anche quelli delle minoranze, serve dare fiducia alla gente, servono rassicurazioni che devono arrivare da tutte le parti politiche per dare fiducia, occorre far vedere l’unità di intenti, se c’è.
Occorre anche dare fiducia alla gente, vanificando i messaggi sui social fuorvianti: si deve dire che in città non circola molta gente, ma sui social si parla di Festa di San Giovanni, di traffico impazzito. Servirebbe che i vertici delle strutture preposte ai controlli rassicurassero le persone, i controlli ci sono, le autovetture in circolazione hanno motivi previsti dalle norme. Non ci sono assembramenti, riunioni di persone, non c’è gente che passeggia, del resto il restringimento degli orari e dei giorni lavorativi dei supermercati concentra il flusso della clientela. Sono gli organi preposti al controllo a dover rassicurare la gente, per evitare che chiunque scriva creando allarme”. E per finire un appello al buon senso pubblicato in un post dal commissario cittadino della Lega, Massio Iannucci.
Che così afferma “non credo che tutti abbiano capito la reale emergenza, soldi non ne arrivano, attività chiuse, gente reclusa in casa senza lavoro e senza alcuna possibilità di aiuti. Ho notizia da parte di famiglie che hanno assoluto bisogno e hanno fatto richiesta, che anche le nostre amministrazioni locali, ( più che altro dirigenti e funzionari in verità) continuano imperterrite con la burocrazia di routine. Tradotto, bandi e manifestazioni di interesse, richieste di documentazioni forse un po’ troppo fiscali semplicemente per rimborso spese di affitto, luce, gas , il tutto in nome della solidarietà, procedure in momenti “normali” giustificabili , ora no. Le ritengo personalmente fuori luogo, anche se normativamente le regole dei codici di procedura sono quelle. O si cambia ora o mai più, ci vuole solo un po’ di coraggio, maggiore buonsenso e adottare procedure di urgenza anch’esse previste dai codici di appalti. Un aiuto é un aiuto , senza tanti giri di parole, basta una semplice autocertificazione.”. (da.di.)