Roma, 11 apr. – – Nel 2018 la spesa nazionale in ricerca e sviluppo intra-muros è stimata all'1,39% del Pil, di cui oltre il 60% svolto dalle imprese, contro il 2,11% del Pil per l'Ue28 nel suo insieme. Lo rileva il "Rapporto sul territorio 2020 – Ambiente economia e società" di Istat. L'attività di ricerca e sviluppo (R&S) rappresenta una componente strategica della competitività dei sistemi economici, in quanto permette di produrre beni e servizi intensi in conoscenza e valore unitario elevato. Nell'Ue, alcuni Paesi hanno già raggiunto l'obiettivo comunitario di un livello di spesa pari al 3,0% del Pil nel 2020, mentre l'Italia non è riuscita finora a raggiungere il più modesto livello dell'1,53%, definito come obiettivo nazionale nell'ambito della Strategia Europa 2020.
La spesa in R&S delle imprese è concentrata in Lombardia (oltre un quarto del totale), Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Lazio (insieme, circa metà del totale), mentre l'intero Mezzogiorno rappresenta meno del 10%. L'incidenza più elevata sul Pil regionale si osserva in Piemonte, seguito da Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Toscana. Si conferma, invece, il distacco di tutto il Mezzogiorno (a eccezione del Molise, che però è quantitativamente irrilevante).
Circa il 20% della spesa regionale delle imprese per attività di R&S è finanziata da imprese la cui sede è in un'altra regione. Per la presenza delle sedi dei principali gruppi di imprese, la Lombardia e soprattutto il Lazio risultano essere le principali esportatrici nette, in termini di valore, mentre la gran parte delle regioni è importatrice netta. Tra le regioni con la spesa più elevata, il Piemonte, la Lombardia e in misura minore il Lazio sono caratterizzate da flussi importanti sia entrata sia in uscita, mentre sono forti importatrici nette di R&S le grandi regioni del Mezzogiorno (particolarmente rilevanti i flussi verso la Campania da Lazio e Piemonte) e, al nord, la Valle d'Aosta e la Liguria.
Tra le regioni dove l'incidenza di spesa in R&S delle imprese è più elevata e che più contribuiscono alla spesa nazionale, il Piemonte e la Toscana beneficiano di flussi consistenti da Lazio e Lombardia, mentre in Veneto ed Emilia-Romagna i flussi in entrata e in uscita sono relativamente modesti, segnalando una relativa autonomia dei sistemi locali di ricerca e sviluppo delle imprese e, al contempo, una scarsa attitudine delle imprese locali a investire fuori dal proprio territorio.