Roma, 10 apr. – – Il sistema di allertamento nazionale per i maremoti generati da terremoti nel Mar Mediterraneo, istituito nel 2017 sotto il coordinamento del dipartimento della Protezione Civile, fa un importante passo avanti. Dai primi giorni di aprile 2020, infatti, i dati di livello del mare vengono trasmessi pressochè in tempo reale dalle stazioni della Rete Mareografica Nazionale dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale al centro Allerta Tsunami dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Il sistema di allertamento per i maremoti di origine sismica prevede l'invio, entro pochi minuti dalla scossa che potrebbe generare uno tsunami, di un messaggio di allerta dal Cat-Ingv alla Protezione Civile che lo diffonde immediatamente alle autorità locali e al sistema di protezione civile territoriale. La conferma di un eventuale tsunami generato dal sisma può avvenire soltanto grazie all'osservazione tempestiva dati mareografici della rete Ispra e delle altre reti presenti nel Mediterraneo. Quanto più rapida è la conferma, tanto più efficaci saranno le misure di mitigazione del rischio.
A seguito di un periodo di sperimentazione durato alcuni anni, la tecnica di trasmissione ora attivata riduce il tempo di trasmissione da pochi minuti a pochi secondi, assicurando al contempo una 'ridondanza' nel trasporto dei dati, rendendo così più rapido ed efficiente l'intero sistema di allertamento per gli tsunami. Il nuovo sistema trasmissione dei dati, denominato appunto Fast, consente di accelerare il trasferimento al Cat-Ingv della misura delle variazioni del livello del mare sulle trentasei stazioni della Rmn, per una verifica immediata di possibili maremoti che potrebbero abbattersi sulle coste italiane e sugli altri paesi del Mediterraneo. Questo miglioramento rappresenta un ulteriore progresso del sistema di allerta, che è in continuo sviluppo grazie alla stretta collaborazione tra Dpc, Ispra e Ingv.