Ragusa – Appena prima di Pasqua la politica ragusana ha visto l’ulteriore polemica che ha coinvolto il movimento 5stelle da una parte ed il presidente del consiglio comunale Fabrizio Ilardo dall’altra. Il capogruppo m5 Sergio Firrincieli nel contesto di un comunicato in cui “ringrazia gli operatori del settore Servizi sociali del Comune, la Caritas diocesana che sta assolvendo al ruolo di braccio operativo, con il supporto della protezione civile, che ringraziamo pure, oltre alla polizia locale” ha colto l’occasione per rivolgere “un forte richiamo al presidente del civico consesso, sul ruolo di centralità del Consiglio comunale”.
Dice Firrincieli “in questo momento dobbiamo fornire quanto più aiuto è possibile alla cittadinanza. Ma questo può accadere soltanto se si forniscono informazioni univoche, restando uniti. Il presidente Ilardo si faccia carico di interpretare una sentita esigenza dell’intero civico consesso, quella di volere dare una mano in una situazione molto difficile e complessa. Tra l’altro, i componenti del Consiglio rivendicano la propria funzione, essendo stati eletti dal popolo, di pubblici ufficiali. Siamo, insomma, a stretto contatto con la popolazione e se c’è un momento, più di altri, in cui è necessario mettersi a disposizione, direi che è proprio questo.
Chiedo, dunque, con forza e determinazione al presidente del Consiglio comunale che lo stesso si faccia parte attiva nel fare in modo che i consiglieri possano essere coinvolti nelle varie pratiche di aiuto e sostegno alla cittadinanza, rispondendo, perché no, alle chiamate d’aiuto o dandosi perfino da fare per la distribuzione dei pacchi alimentari o dei buoni spesa”. Spiazzante la risposta del presidente Ilardo che peraltro inizia in maniera molto tranchant “sono diversi i consiglieri comunali che, senza clamore, si stanno già spendendo in prima persona nelle diverse attività di sostegno alla cittadinanza”. Per poi proseguire “come Presidente del Consiglio, condivido la scelta dell’Amministrazione di evitare il coinvolgimento diretto della politica nei meccanismi interni alla macchina di assistenza contro l’emergenza covid-19.
È una decisione dettata da motivi di trasparenza e di operatività, lasciando, su consiglio diretto di soggetti già esperti nella gestione di crisi, che sia personale competente a operare: Caritas e associazioni di volontariato per la distribuzione degli aiuti, Protezione civile per l’assistenza alla popolazione nelle sue diverse necessità, operatori dei Servizi sociali per l’ascolto e la comprensione delle problematiche e delle richieste. Anelli fondamentali di una catena che deve essere necessariamente forte ed esperta, ciascuno nel proprio ruolo”. Poi dal presidente Ilardo arriva il contentino “ciò non toglie, però, che i consiglieri comunali possano e debbano continuare a svolgere un ruolo costruttivo di proposta e che ciascuno, come singolo cittadino, non possa dare una mano.
Senza clamore, sono diversi i consiglieri che si stanno già spendendo in prima persona; nel mio privato ho deciso di collaborare con Caritas per l’impacchettamento delle scorte alimentari. Ognuno, secondo coscienza, può dare una mano. Ritengo, ma questo è il mio personale pensiero, che da alcune settimane sia il momento del fare più che degli appelli”. E puntuale arriva la replica dei 5 stelle, con Antonio Trngali che scende in campo a sostegno di Sergio Firrincieli “visto che l’amministrazione comunale di Ragusa non accetta alcuna collaborazione da parte dei consiglieri in questa fase di emergenza sanitaria, almeno è possibile conoscere i numeri relativi alla rete di solidarietà attiva in citta’? o anche questa richiesta sarà rispedita al mittente?” sottolineando inoltre che “il presidente del Consiglio comunale, Fabrizio Ilardo, dice di parlare a nome dell’amministrazione comunale”.
A sostegno della propria richiesta Tringali e Firrincieli osservano “in tanti ci pongono la stessa domanda e quindi sarebbe opportuno muoversi, considerata anche la delicatezza del momento, in un regime di piena trasparenza. Nessuna possibilità di collaborazione? Bene, ma almeno sapere quante sono le richieste, quanti i buoni spesa distribuiti, quanti quelli predisposti, a quanto ammontano le donazioni, cosa vuole fare l’amministrazione con la quota parte dei 4,3 miliardi di euro? Queste, insomma, le risposte che tutti ci attenderemmo di ricevere anche perché nessuno di noi vuole pensare che possa essere una questione gestita in famiglia ma l’intera città deve potere assumere piena contezza di questi numeri”. (da.di.)