Roma, 15 apr. – Inizia tradizionalmente a metà aprile la stagione irrigua, già anticipata quest'anno localmente sia per dissetare i campi a causa delle scarse precipitazioni e delle temperature invernali superiori alla media, sia per proteggere l'anticipo delle colture dalle improvvise gelate notturne. Secondo i dati dell'Osservatorio Anbi sulla Stato delle Risorse Idriche, "l'avvio dell'irrigazione si presenta in tre quadri diversi: conclamata siccità al Sud; sostanziale tranquillità al Centro; preoccupazione al Nord, seppur lenita dagli ancora cospicui manti nevosi".
"L'andamento disomogeneo delle piogge sul Paese – commenta Francesco Vincenzi, presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) – non fa che confermare la necessità di nuovi invasi per raccogliere le acque di pioggia da utilizzare nei momenti di bisogno; attualmente ne riusciamo a trattenere solo l'11%. È evidente, oggi più che mai, la necessità di avere un'agricoltura di qualità, i cui raccolti e quindi il reddito delle imprese rurali, già minacciati dall'estremizzazione degli eventi atmosferici, non possono essere lasciati alla mercè delle bizze meteorologiche".
La rete irrigua italiana è lunga circa 150.000 chilometri a servizio di oltre 3.363.000 ettari, dove si produce l'85% del 'made in Italy' agroalimentare; le Regioni maggiormente servite sono Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Puglia e Sardegna.
"L'anticipo dell'irrigazione, con la necessità di avviare gli impianti per il prelievo ed il pompaggio dell'acqua, sta facendo lievitare le bollette elettriche dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, che non godono di alcuna agevolazione tariffaria nonostante il servizio pubblico reso, come testimoniato dall'operatività garantita anche in tempo di emergenza sanitaria – osserva Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – Ciò, unito al doveroso posticipo nelle riscossioni delle contribuenze a causa dell'epidemia Covid-19, rischia di creare una situazione di sofferenza economica per gli enti. Per questo, ci appelliamo al governo, affinchè ne tenga conto".